«Accogliete i migranti, proteggete la famiglia»
La papamobile sale lungo la rotonda che fa da ingresso al Santuario nazionale dell’Immacolata concezione, al suo campanile sottile e alla sua cupola blu, brillante nel sole del tardo pomeriggio. È la chiesa cattolica più grande d’America; è dedicata a Maria, patrona degli Stati Uniti, ed è il luogo scelto dai vescovi per accogliere il Papa e ascoltare la sua parola. La celebrazione dei vespri con i presuli è stata l’ultimo appuntamento di Benedetto XVI in una giornata densa, iniziata con la visita alla Casa Bianca, proseguita con un pranzo con i cardinali statunitensi e con un incontro con i rappresentanti delle fondazioni caritative cattoliche. Il Papa appare vigoroso e sorridente di fronte al calore ri¬servatogli dai vescovi, con cui si accinge a pregare e quindi a condividere un messaggio chiaro e diretto: un forte richiamo al loro dovere di educare ad ogni livello, sempre riflettendo «l’autentico insegnamento del Vangelo della vita».
Solo nella fedeltà a questo mandato i vescovi americani – ha affermato il Papa – possono abbattere le barriere che ostacolano l’incontro con Cristo di una società profondamente religiosa e, insieme, pluralista. E ricca di beni materiali. Le difficoltà che sfidano il cattolicesimo Usa derivano infatti dalle stesse possibilità offerte da un mondo dove l’estrema libertà individuale, lo sviluppo della tecnica e la diffusione del benessere possono creare l’illusione «di poter ottenere con i nostri propri sforzi l’adempimento dei bisogni più profondi» – ha detto il Papa – relegando la fede nella sfera privata dell’esistenza, negandone il valore pubblico e sociale e la responsabilità che questo comporta.
Di qui una serie di comportamenti palesemente incoerenti con il messaggio cristiano che il Pontefice nota in una società, pur vibrante e generosa, come quella statunitense. Come il rifiuto del legame matrimoniale: «Come non essere sconcertati nell’osservare il rapido declino della famiglia quale elemento basilare della Chiesa e della società? – ha affermato –. Il divorzio e l’infedeltà sono in aumento, e molti giovani uomini e donne scelgono di ritardare il matrimonio o addirittura di ignorarlo completamente». O come «pratiche d’affari» indiscriminate che sfruttano «i poveri e gli emarginati», procedure mediche contrarie alla fede, o «posizioni che contraddicono il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale». Anche il materialismo è una barriera all’incontro con il Dio vivente, perché non permette di riconoscere la «profonda sete di Dio» che è in tutti. E ancora l’individualismo che fa perdere di vista la nostra dipendenza dagli altri.
Di fronte a queste realtà, il Papa invita i vescovi ad accogliere e rilanciare la sfida e la responsabilità educativa: «Un’attività pastorale e catechetica, una predicazione, un ministero sacramentale che metta al centro l’aiutare le persone a stabilire ed alimentare una simile relazione vitale con Cristo Gesù, nostra speranza». Un’azione incessante e coerente cui il Pontefice ha richiamato i vescovi americani più volte, senza esitazione e con la consueta chiarezza. «I cattolici americani hanno riservato per tradizione un alto valore all’educazione religiosa» che «occorre mantenere ed espandere». Quindi serve più che mai «assicurare una solida formazione negli insegnamenti morali della Chiesa a quei cattolici che sono impegnati nella sfera della salute». E non aver timore di far sentire la voce della Chiesa sulle questioni sociali e morali dell’attualità. «In un contesto in cui la libertà di parola è apprezzata e un dibatti¬to robusto e onesto viene incoraggiato, la vostra è una voce rispettata che molto ha da offrire».
La testimonianza del «Vangelo della vita» illumina la stessa storia degli Stati Uniti e, in essa, il ruo¬lo e il contributo dei cattolici negli ultimi due secoli, chiamati alla fedeltà verso le tradizioni più lodevoli della società americana come – ha esemplificato il Papa – l’accoglienza dei migranti, oggi messa in pericolo da atteggiamenti e proposte di legge ostili all’immigrazione.
Ma il Papa è andato oltre. Nel parlare, ancora una volta, in modo diretto, dello scandalo degli abusi sessuali sui minori che ha macchiato la Chiesa americana, Ratzinger ha sottolineato come le misure e le strategie adottate dai vescovi per proteggere i bambini saranno efficaci solo se a rispettarle non è solo la Chiesa ma l’intera società. «Che cosa significa – si è chiesto Benedetto XVI – parlare della protezione dei bimbi quando la pornografia e la violenza possono essere guardate in così tante case attraverso i mass media ampiamente disponibili oggi?».
Il Papa ha rivolto un ultimo invito ai vescovi ma anche ai loro sacerdoti: coltivare sempre la vita spirituale. Pur pressati da tanti doveri e impegni, «il tempo trascorso nella preghiera e nella liturgia non è mai gettato via». Dunque: «L’intero nostro giorno sia santificato, ricordandoci continuamente la necessità di restare concentrati nel compiere l’opera di Dio».
Ai Vespri, il Papa ha invitato i vescovi a testimoniare a tutto campo il «Vangelo della vita». E di fronte allo scandalo degli abusi sessuali, ha chiesto a Chiesa e società più responsabilità educativa