I giovani dell’Agorà in Romagna, Umbria e Abruzzo
Le pietre di 32 città semafori verso Loreto
La Bibbia e i padri della Chiesa non cedono facilmente al lirismo quando parlano dei giovani. A differenza dei media contemporanei che li blandiscono e vezzeggiano, la Sacra Scrittura li invita ad ascoltare e ad apprendere, a lasciare la casa paterna per seguire la loro vocazione. Come nel caso di Giacobbe e di Tobia, spesso il viaggio della vita è preceduto da un pellegrinaggio al santuario di Dio dove sono accolti da un invito stupefacente: «Venite, Dio vi aspetta». I partecipanti all'”Agorà” dei giovani italiani che sabato e domenica incontreranno Benedetto XVI a Loreto non sono dunque dei bravi ragazzi più o meno ingenui o amanti del folklore, ma rispondono a un invito e rappresentano al meglio i loro coetanei, la generazione di quanti cercano Dio e prima ancora sono da Lui chiamati ed attesi. Secondo le indicazioni degli organizzatori, i giovani vengono ospitati questi giorni in 32 diocesi della Romagna, dell’Abruzzo, dell’Umbria per poi convergere verso le Marche e il colle santo di Loreto. Nei giorni di preparazione possono ascoltare la parola di Dio, scambiare le loro esperienze, ed attingere ad una tradizione secolare attestata dagli uomini e dai monumenti. In Romagna, dove l’annuncio cristiano arrivò attraverso i porti di Classe e Rimini, spicca Ravenna con le sue basiliche e i suoi cicli musivi, ma anche con il suo ruolo di capitale dell’impero bizantino in Italia e come centro di cultura e spiritualità ortodossa nel nostro paese. Intorno all’antica capitale bizantina, il cui vescovo aveva il titolo di patriarca, vi sono le diocesi di Forlì, Rimini e san Marino. Il cristianesimo vi fu annunciato da vescovi-santi come Apollinare a Ravenna, Mercuriale a Forlì, Gaudenzio a Rimini. Le diocesi di Romagna, tuttavia non vivono solo di storia. Dopo il Vaticano II molte comunità locali si sono rinnovate per il ministero di vescovi e sacerdoti tra i quali conviene citare almeno il cardinale Tonini, già vescovo di Ravenna. Altri giovani vengono ospitati nelle dioce si dell’Abruzzo e dell’Umbria. Anche in questo caso la geografia religiosa è un invito a muoversi sui «trattusi antichi» (D’Annunzio) per ascendere alle vette dello spirito e della vita. In Abruzzo è ancora viva l’eredità cristiana lasciata dai fraticelli di san Pietro da Marrone riportata in auge da L’Avventura di un povero cristiano di Ignazio Silone. L’Umbria è la regione italiana dove l’invito alla santità è più percepibile. Qui nacquero i fratelli Benedetto e Scolastica di Norcia, qui diedero un’impronta allo spirito cristiano ed italiano Francesco e Chiara d’Assisi. Né si possono dimenticare Angela da Foligno, Chiara di Montefalco, Rita di Cascia, Veronica Giuliani, donne straordinarie che nella Chiesa trovarono rifugio e sostegno alla loro realizzazione. Anche in questo caso, tuttavia, il peso della storia non ha impedito la nascita di nuove esperienze. Basta ricordare la comunità dei Piccoli fratelli a Spello dove trascorse gli ultimi anni Carlo Carretto e le tante iniziative dei francescani e dei benedettini ad Assisi Nei giorni di sabato e domenica vi sarà l’ascesa al colle santo di Loreto. Come suggerisce il salmo 122 («Quale gioia quando mi dissero: “andremo alla casa del Signore”») lì si potrà esprimere la gioia dell’incontro, ma anche ascoltare la parola di papa Benedetto che, come è facile prevedere, inviterà alla fiducia e alla serenità, ma anche un invito a non lasciar vacillare il piede e la mente, a camminare diritti e sicuri sulle vie della vita.