Noi abbiamo il dovere di testimoniare
Nei giorni 1 e 2 settembre il Santo Padre ha partecipato ad un incontro organizzato dall’Agorà dei giovani presso le piane di Montorso a Loreto e noi amici del Movimento Fides Vita abbiamo con gioia aderito a questa iniziativa, fin dai gesti di accoglienza organizzati nella nostra diocesi.
Questo incontro, pensato in due giornate, è iniziato il pomeriggio del sabato 1 settembre con la veglia di preghiera vissuta in presenza del Papa, unitamente a momenti di testimonianze personali e domande rivolte da alcuni giovani a nome di tutti a Benedetto XVI, è si è concluso la domenica del 2 in cui c’è stata la santa Messa presieduta appunto dal Papa.
Per alcuni motivi ho dovuto scegliere di essere presente solo la domenica, ma grazie alle telefonate e agli sms dei miei amici già lì sin dal mattino del sabato ed al collegamento televisivo mi è sembrato di essere accolta anch’io a Loreto quando ancora ero a casa.
Già carica di gioia per ciò che sapevo di trovare, insieme ad una cinquantina di noi sono partita alle 06.50 dalla stazione di San Benedetto del Tronto.
Il viaggio di andata già dai primi minuti ci ha trovato fieri e baldanzosi perché ciascuno aveva chiara la meta e soprattutto chi ci stava aspettando.
Arrivati alle piane è stato commovente vedere questo fiume colorato di giovani in festa, pronti ad accogliere l’amato Santo Padre; mi è tornato in mente l’episodio manzoniano in cui l’Innominato preso nel suo cuore da profonda inquietudine si domandava quale grande gioia potesse animare quella folla in visita al Cardinale Borromeo.
Fatti pochi passi ci siamo resi conto che Benedetto XVI stava passando a bordo della “papamobile” in mezzo alla folla ed allora ci siamo letteralmente lanciati verso le transenne per poterlo salutare; ed eccolo, poco dopo, arrivare con un volto radioso e felice di chi porta la Speranza nel mondo perché il suo sguardo è costantemente fissato su Gesù, Via, Verità e Vita. E continuavo a pensare che un fascino così è proprio qualcosa dell’altro mondo… cosa avrebbe altrimenti da dire un uomo di ottant’anni a tanti giovani?
Noi eravamo divisi in tre gruppi: chi aveva vissuto la notte lì, gli amici da Ancona e noi arrivati per la santa Messa; ciascun gruppo, però, sapeva perfettamente dove fosse collocato l’altro, sia per la visibile presenza di striscioni, sia perché ci tenevamo in continuo contatto telefonico. Questo fattore mi ha fatto capire meglio quando Nicolino ci insegna che in Cristo si vive ovunque un’inesauribile comunione anche se fisicamente distanti.
Abbiamo potuto seguire bene la celebrazione eucaristica in quanto avevamo davanti un maxi schermo, che ci aiutava a non distrarci e a vivere più intensamente ogni tratto della liturgia.
Sono rimasta molto colpita dai canti e dall’accompagnamento musicale dell’orchestra, forse per la mia nota deformazione professionale (canto e suono nel coro); le voci erano armoniose ed andavano all’unisono e l’orchestra in maniera delicata ma solenne accompagnava ogni canto, senza mai soffocarlo. Ciò mi ha molto colpito perché tale modalità, a partire da chi dirigeva, faceva emergere la dignità e la bellezza del senso di quel cantare e suonare, cioè quel rapporto vivo e innamorato tra Dio e le sue creature.
Le parole semplici e vere, poi, di Benedetto XVI sono state per tutti noi di grande conforto, perché ci hanno confermato la nostra appartenenza alla grande famiglia che è la Santa Chiesa, nel suo giudizio, nel suo abbraccio e nella sua presenza nel mondo.
Terminata la celebrazione, c’è stato un momento per noi di grande gioia; mentre tenevamo gli occhi fissi sul maxischermo per seguire gli ultimi momenti abbiamo visto inquadrato il nostro Capo Nicolino Pompei, che si trovava come ospite tra le Autorità; sapendo che noi eravamo lì ha voluto salutarci con un gesto della mano e un sorriso e ciò ci ha fatto esplodere in un grido di gioia e di ringraziamento al Signore per averci concesso una guida così incontenibile e un cammino così affascinante.
Salutato il Papa, che si dirigeva a Loreto, con canti, grida e saluti vari, abbiamo voluto incontrarci tutti noi intorno a Nicolino, dietro al grande palco, per abbracciarci ancora una volta.
La commozione di tutti era evidente, perché in quel momento ci sentivamo proprio a casa, accolti dall’Amore del Padre e dalle braccia tenerissime della Madre; e tutto ciò era possibile grazie alla Santa Compagnia della Chiesa e alla nostra Amicizia, Suo segno particolare.
Questo mi è stato più chiaro proprio nell’abbraccio con Nicolino, che salutando ciascuno ci ha indicato la nostra comunione in un solo grande corpo.
Tutta questa sovrabbondanza ci ha sostenuto particolarmente nel viaggio di ritorno, che è stato duro, lungo e a tratti insopportabile, proprio come a volte è la vita. Ed ecco subito la verifica!!!
In questa giornata capivo di più il dono della Compagnia di Gesù, di quell’Amore infinito che ogni cuore anela, testimoniato dalla presenza di più di cinquecentomila giovani a Loreto.
Molti fra di loro forse era la prima volta che sentivano parlare il Papa e magari pronunciare il nome di Gesù, con quella famigliarità di chi ci vive ogni giorno; io, invece, posso dire di aver ricevuto gratuitamente, in virtù di nessun merito, una Compagnia di amici, Fides Vita, che non solo mi ha fatto conoscere Gesù e la Sua Chiesa, ma che mi insegna a rapportarmi con Lui ogni giorno dentro ogni fattore che sono chiamata a vivere, permettendomi di crescere in umanità, cioè in amore, in accoglienza, in intelligenza e in un giudizio su tutto ciò che mi accade.
In quella giornata, come ogni giorno, ho affidato Nicolino, la Compagnia, la mia vita e quella dei miei cari al cuore immacolato di Maria, perché Lei sa sempre dove indirizzarci: “Fate quello che Egli vi dirà!”.