“Tutti, e voi lo sapete, siamo chiamati ad essere santi!” Grazie Santo Padre per aver ancora parlato al nostro cuore!
Sabato primo settembre 2007 io ed alcuni amici della Compagnia, accogliendo positivamente e con grande gioia l’invito a vivere accanto a Papa Benedetto XVI l’Agorà dei giovani, ci siamo recati, armati di sacchi a pelo, alla volta della piana di Montorso insieme ad altri ragazzi della nostra diocesi.
Ho accolto sin da subito con grande entusiasmo la proposta di aderire al raduno dell’Agorà, senza di fatto pensarci troppo; ero elettrizzata all’idea di poter salutare il Papa, ascoltarlo parlare dal vivo, e condividere questo momento con gli Amici della Compagnia. Ma ciò che mi ha donato questa esperienza è stato ancora più grande ed inaspettato: una commovente gratitudine all’incessante azione dello Spirito Santo, che tra migliaia, milioni di giovani in tutto il mondo, di cui gli oltre 400.000 presenti a Loreto sono stati una piccola rappresentanza, ha voluto farsi presente anche a me, e proprio nella sconvolgente e meravigliosa modalità del Movimento Fides Vita, cui aderisco ormai da dodici anni.
Proprio così, sin da subito leggendo e svelando il mio cuore, il Papa ha introdotto sabato il suo discorso durante la veglia di preghiera: “In questo luogo dell’incontro pacifico, autentico e gioioso, siete arrivati per mille motivi diversi: chi perché appartenente a un gruppo, chi invitato da qualche amico, chi per intima convinzione, chi con qualche dubbio nel cuore, chi per semplice curiosità… Qualunque sia il motivo che vi ha condotto qui, posso dirvi che a riunirci anche se è coraggioso dirlo è lo Spirito Santo. Sì, è proprio così: qui vi ha guidati lo Spirito; qui siete venuti con i vostri dubbi e le vostre certezze, con le vostre gioie e le vostre preoccupazioni. Ora tocca a noi tutti, a voi tutti aprire il cuore ed offrire tutto a Gesù”. Obbedire a Sua Santità è stata una imposizione del cuore!
Il mio cuore è stato pienamente corrisposto in ogni parola del Santo Padre, che con ardore ed amore abbracciandoci si è fatto uno di noi: “il Papa vi é vicino, condivide le vostre gioie e le vostre pene, soprattutto condivide le speranze più intime che sono nel vostro animo e per ciascuno chiede al Signore il dono di una vita piena e felice, una vita ricca di senso, una vita vera”.
Ci ha esortato, come solo un Padre può fare, a vivere pienamente la nostra vita, ad inseguire i nostri ideali, addirittura a cambiare il mondo! “Ci sono forse sogni irrealizzabili quando a suscitarli e a coltivarli nel cuore è lo Spirito di Dio?”. Ma ciò è possibile solo restando uniti a Cristo! “Niente è impossibile per chi si fida di Dio e si affida a Dio”. Con infinita tenerezza ci ha indicato Maria, per imparare da lei a dire il nostro “sì” e scoprire la bellezza dell’amore vero e profondo. “Maria ripeterà a ciascuno di voi, cari giovani amici, le parole che lei stessa si sentì rivolgere dall’Angelo: Non temete! Non abbiate paura! Lo Spirito Santo è con voi e non vi abbandona mai. A chi confida in Dio nulla è impossibile”.
Questo è ciò che in questo assolato pomeriggio, a pochi passi dalla Santa Casa di Nazareth, il Papa ha desiderato consegnarci. Stando lì presente è stato eclatante che non si è trattato “solo” di un discorso! Lo hanno testimoniato il Suo paterno sguardo, proteso ad ascoltare e rispondere prontamente alle domande postegli da alcuni giovani, i suoi applausi e le mani tese come a voler abbracciare tutti e ciascuno allo stesso tempo, fino alla carità di passare ben tre volte sotto il sole per salutare con la mano ciascuno, col volto radioso e lo sguardo di un bambino. E ancora fino a volersi collegare in videoconferenza la sera per farci parte della Sua preghiera nella Santa Casa.
Anche i fuochi d’artificio, che hanno concluso la giornata di sabato, sono stati come una ulteriore esortazione a vivere quell’esplosione di bellezza, dinamismo, colore, armonia ed impeto che solo l’incontro con Cristo può generare!
È questa allora la gratitudine che nella piana di Montorso, quando tutto è taciuto, è esplosa nel mio cuore: molti ragazzi si sono recati alle “Fontane di luce”, luoghi appositamente pensati ed allestiti per vivere la Riconciliazione, la preghiera, l’adorazione, ma anche per l’ascolto, il discernimento vocazionale, il dialogo… Proprio pensando a questi luoghi e volgendo lo sguardo ai ragazzi che vi si avvicinavano, ed alle migliaia di giovani che, intorno a me, si apprestavano al riposo, suonavano, cantavano o vagavano cercando di ingannare il tempo di quelle lunghe ore notturne, ho avuto la grazia di cogliere con sguardo nuovo e più consapevole l’immenso dono fatto dallo Spirito Santo alla mia vita quando a quattordici anni mi ha fatto imbattere con dei nuovi amici, che mi hanno prospettato la possibilità di una vita alternativa a quella piena di vuoto e nonsenso che vivevo, non solo a parole, ma attraverso la testimonianza di una vita rinnovata, degna di essere vissuta in ogni suo istante, nella gioia come nel dolore. Il cammino nella compagnia Fides Vita, piccola ma tenace ed irriducibile realtà all’interno della Chiesa, mi ha messo davanti all’uomo Gesù, l’unico, come ci insegna il nostro fondatore e Padre in Cristo Nicolino Pompei, in grado di soddisfare pienamente la fame e sete che siamo, il nostro costitutivo desiderio di felicità, di esaltare la nostra ragione, di dare un senso alle circostanze della vita, da quelle banali come il caffè della mattina fino alla malattia e alla morte. Questo incontro ha reso possibile in me il miracolo di una vita cambiata, rinnovata attimo per attimo.
Vivendo questi due giorni in comunione col Papa e la Chiesa, con tutti questi giovani sconosciuti, eppure come me, col mio stesso cuore – il cui battito abbiamo simulato accendendo e spegnendo miriadi di torce -, le mie stesse paure, il mio stesso desiderio di vivere la vita alla grande, è arrivata fino alle lacrime la commozione per un tale amore gratuito di Gesù alla mia vita: cosa ho fatto io per meritarmelo? Veramente il mio merito è la Misericordia del Signore (S.Agostino), che si è fatto accanto a me attraverso questa Amicizia, questa “Compagnia di persone in cammino” e mi ha affidato il compito e la responsabilità di farla conoscere a tutto il mondo, a partire dai miei vicini e ad avere lo stesso sguardo amorevole di Gesù, lo stesso del Santo Padre, su ogni persona che incontro, su tutti quei giovani presenti a Montorso insieme a me, a partire dai miei amici! Cosi il Papa sabato rispondeva alla domanda di due ragazzi: “Il mondo, lo vediamo, deve essere cambiato, ma è proprio la missione della gioventù di cambiarlo! Non lo possiamo fare solo con le nostre forze, ma in comunione di fede e di cammino. In comunione con Maria, con tutti i Santi, in comunione con Cristo possiamo fare qualcosa di essenziale e vi incoraggio e vi invito ad avere fiducia in Cristo, ad avere fiducia in Dio. Stare nella grande compagnia dei Santi e andare avanti con loro può cambiare il mondo…”
La commozione di questi due giorni è culminata, al termine della splendida celebrazione della Santa Messa, col dono di poter salutare brevemente Nicolino, anche lui presente all’Eucaristia: non sono state necessarie parole, perché evidente in ciascuno era la bellezza e la gratitudine della comunione vissuta col Papa e la Chiesa tutta. Veramente siamo membra diverse di un unico corpo che è la Chiesa (Rm 12, 4-5)! Anche noi, un piccolo popolo così fragile ma tenace, perché suscitato dallo Spirito e chiamato a compiere cose grandi con l’aiuto di Cristo!
E allora non possiamo che obbedire all’esortazione del Papa durante l’omelia della S.Messa di domenica 2 settembre a “seguire Cristo fino in fondo, senza riserve e compromessi. E seguire Cristo significa sentirsi parte viva del suo corpo, che è la Chiesa. Non ci si può dire discepoli di Gesù se non si ama e non si segue la sua Chiesa. La Chiesa è la nostra famiglia, nella quale l’amore verso il Signore e verso i fratelli, soprattutto nella partecipazione all’Eucaristia, ci fa sperimentare la gioia di poter pregustare già ora la vita futura che sarà totalmente illuminata dall’Amore. Il nostro quotidiano impegno sia di vivere quaggiù come se fossimo già lassù. Sentirsi Chiesa è pertanto una vocazione alla santità per tutti; è impegno quotidiano a costruire la comunione e l’unità vincendo ogni resistenza e superando ogni incomprensione”.