“Così viene tradito il risultato del referendum”
“Per quale motivo il popolo viene interpellato, se poi ciò per cui il popolo si pronuncia viene così poco tenuto in conto?”. Da dietro la scrivania della sede nazionale di Scienza & vita la presidente Maria Luisa Di Pietro pone la domanda che va al cuore della questione sollevata dalle nuove linee guida. Interrogativo che dalla centrale operativa del sodalizio, che nel giugno del 2005 si batté per il fallimento dei referendum sulla legge 40, rimbalza direttamente nel dibattito pubblico e nell’attualità politica. A quel tempo la Di Pietro, professore associato di Bioetica alla Cattolica di Roma, non era ancora presidente (incarico che oggi condivide con il genetista Bruno Dallapiccola) del comitato, che poi si sarebbe trasformato in associazione. Ma era tra i firmatari del Manifesto programmatico, impegnati nella battaglia culturale per fermare i referendum con l’astensione.
Le nuove linee guida del ministro Livia Turco vanno contro il risultato referendario?
“È stata compiuta una grande scorrettezza. Personalmente mi sento offesa e tradita come cittadina italiana, perché essendomi espressa in quell’occasione, come la maggioranza degli italiani, per il mantenimento della legge, mi trovo adesso con un ministro del governo uscente che capovolge tutto. La risposta degli italiani è stata chiara, perché la formulazione dei quesiti referendari comprendeva anche il punto relativo alla tutela del concepito, che viene gravemente violata dall’apertura alla diagnosi genetica pre-impianto”.
Cosa farete adesso?
“Non staremo a guardare. Chiederemo con insistenza al nuovo governo di intervenire subito e di rimediare a questa ingiustizia. Per ridare voce al popolo italiano. Non solo quando è chiamato a scegliere un partito o l’altro. Chiediamo al nuovo ministro della Salute, chiunque sarà, il coraggio di prendere una posizione chiara, di ripristinare un ordine e una legalità che sono stati ampiamente traditi. E quindi chiediamo che ci sia una persona che si faccia realmente portavoce dei bisogni del popolo italiano e non semplicemente delle ideologie di una parte”.
E dal punto di vista dell’azione a livello nazionale e locale?
“Se sarà necessario, interverremo anche perseguendo la via del ricorso, ma soprattutto con la nostra azione di formazione e di informazione, anche sulla prevenzione della sterilità, un problema che investe non solo scelte individuali ma anche politiche di tipo economico, sociale, del lavoro, ambientali, e di sostegno alla famiglia. Basti pensare che l’età avanzata in cui si cerca la prima gravidanza è la prima causa di sterilità”.
Cosa contestate nella decisione della Turco?
“Innanzitutto i tempi. Il governo uscente aveva come compito il disbrigo degli affari correnti e delle questioni più urgenti. Non si riesce a capire quale urgenza ci sia nel modificare il dettato della legge 40. Poi la modalità con la quale è stata portata avanti la manovra. Era compito del ministro, se aveva dubbi, di rivolgersi al Parlamento riguardo alla revisione del concetto di infertilità e alla diagnosi genetica pre-impianto. Un’azione necessaria, visto che con queste linee guida si stravolge completamente il dettato della legge. Non è possibile che un ministro avalli una modifica di una legge dello Stato in modo surrettizio, nascosto e subdolo. Una legge, inoltre, riconfermata da un referendum. Infine, il Tar aveva rimandato la questione alla Corte costituzionale relativamente al numero degli embrioni da produrre. Bisognava pertanto aspettare anche l’intervento della Corte”.
Questo riguardo al metodo. E nel merito?
“Primo: è stato revisionato e allargato il concetto di infertilità e sterilità, legandolo non alla presenza di cause patologiche, come la legge prevede, ma a un’infertilità dell’atto sessuale. Poi le linee guida hanno travisato e stravolto completamente la legge in più punti. Il divieto della diagnosi pre-impianto è infatti chiaro, dal momento che essa non ha altro scopo che quello di individuare gli embrioni malati, di eliminarli e quindi di applicare una selezione di tipo eugenetico. Con queste linee guida una parte della politica si è, finalmente, tolta la maschera e ha dichiarato le proprie reali intenzioni”.