I sette dolori della Cina
Il professor Mark Miravalle, docente di Teologia e Mariologia presso l’Università francescana di Steubenville, si è recato in Cina la scorsa estate ed ha constatato in prima persona le difficoltà quotidiane della gente e dei fedeli che vivono nel Paese.
In questa intervista rilasciata a ZENIT parla del suo libro “The Seven Sorrows of China” (Queenship Publications), e di alcune testimonianze dei membri della Chiesa clandestina, nonché di un colloquio riservato con un Vescovo clandestino.
Cosa l’ha indotta a visitare la Cina e a scrivere questo libro sulla situazione nel Paese?
Miravalle: Sono andato in Cina con l’unico intento di aiutare alcuni amici che si stavano prendendo cura di orfani, malati terminali, come faceva Madre Teresa.
Ogni giorno, invece, mi riservava nuove scoperte di orribili violazioni dei diritti umani e della libertà religiosa che sono state significativamente ignorate dalla stampa laica in cui la Cina è dipinta come un Paese “aperto e di nuova democrazia”. Io ho potuto constatare esattamente l’opposto.
Le donne vengono costrette ad abortire dalla polizia demografica in ogni provincia. I Vescovi e i sacerdoti che si rifiutano di collaborare con la Chiesa patriottica cinese sotto controllo del Governo vengono spesso ricercati, arrestati, imprigionati e talvolta torturati.
Le strutture dei seminari clandestini consistono talvolta in nulla di più di un edificio abbandonato senza elettricità né riscaldamento. Le violazioni ai diritti umani e alla libertà religiosa sono ovunque.
Quali sono i sette dolori della Cina a cui si riferisce nel titolo del libro?
Miravalle: I sette dolori rappresentano sette categorie o casi concreti di oppressione di cui è vittima oggi giorno la popolazione cinese. Una di queste è, ad esempio, quella che corrisponde al racconto di una donna che voleva partorire nonostante il divieto governativo e che è dovuta fuggire con la vestaglia dell’ospedale, infilarsi rapidamente in un taxi fermato da una suora cattolica per poter salvare il suo bambino dall’aborto.
Un’altro dolore si riferisce ad un Vescovo clandestino che ha rischiato la vita per rilasciare un’intervista, perché l’Occidente potesse conoscere la vera storia sulla persecuzione religiosa in Cina. Un’altra storia ancora racconta di un piccolo villaggio cattolico che, attraverso la solidarietà cattolica dei cinesi, sta assicurando famiglie più numerose e lo svolgimento di celebrazioni liturgiche nonostante la politica del figlio unico e l’opposizione dello Stato alle riunioni pubbliche religiose.
I membri della Chiesa clandestina che ho incontrato non cessavano di esprimere il loro amore per la Santa Vergine. Non ho potuto non pensare a come il suo cuore, trafitto sette volte, secondo la storia, a causa delle sofferenze ingiuste subite dal suo Figlio divino, continui ad essere misticamente trafitto dalle ingiuste sofferenze subite dal nobile popolo cinese. Ella vede Gesù in ogni cinese innocente torturato, oppresso, abortito. Così dovremmo fare anche noi.
Cosa pensa del fatto che le Olimpiadi del 2008 sono state assegnate a Pechino? Il Governo cinese sta tentando di convincere l’Occidente che la Cina è diventata più aperta e democratica?
Miravalle: Esattamente questa è la domanda che ho rivolto al Vescovo clandestino che ho potuto intervistare.
Ci siamo incontrati segretamente in un’abitazione di una famiglia povera, nei pressi della cattedrale, poiché vi erano molti agenti di polizia che sorvegliavano la chiesa. La sua risposta è stata che “il Governo cinese è come la volpe che va dalla gallina e gli dice ‘buon anno nuovo’, e poi la divora. Noi non siamo liberi di praticare la nostra fede cattolica. Io sono stato in prigione per un totale di 20 anni, dove sono stato costretto ai lavori forzati e ho assistito alla tortura e all’uccisione di sacerdoti e laici”.
Quando ho suggerito che forse sarebbe stato imprudente citare il riferimento ai 20 anni di reclusione, nel timore che possa svelare la sua identità, egli ha detto che il problema non sussiste poiché tutti i Vescovi clandestini si sono fatti circa 20 anni di prigione per aver rifiutato di negare la loro fedeltà al Santo Padre.
Il Vescovo clandestino ha espresso qualche commento sulla recente lettera di Benedetto XVI alla Chiesa in Cina?
Miravalle: Sì, il Vescovo ne aveva ricevuta una copia giusto qualche giorno prima della nostra intervista. Il Governo cinese ha bloccato tutti i siti Internet, tra cui anche quello del Vaticano, che rendevano disponibile il testo della lettera del Santo Padre, ma la Chiesa clandestina ha la sua rete di informazione.
Il Vescovo ha elogiato la lettera di Benedetto XVI per la sua saggezza e la sua prudenza. A quel punto, l’intervista si è dovuta interrompere – erano trascorsi 10 minuti dall’inizio – perché la polizia regionale era entrata nella cattedrale per cercare il Vescovo. Le persone che ci stavano ospitando temevano che lo avrebbero nuovamente arrestato.
Dopo mezz’ora il presule ha fatto ritorno al nostro luogo segreto dicendo che la polizia era andata da lui per avvertirlo di non rilasciare dichiarazioni pubbliche inerenti la lettera del Papa. Il Vescovo quindi ha sorriso e ha detto che l’inevitabile non si può evitare.
Cosa pensa della politica cinese del figlio unico? In che modo viene portata avanti?
Miravalle: Ho ricevuto alcune testimonianze di donne che erano andate in ospedale dopo aver trascorso i nove mesi di gravidanza continuando a lavorare, ma senza il certificato governativo di autorizzazione alla nascita. Dopo una consultazione con la polizia demografica, il dottore o l’infermiera gli avevano iniettato nell’addome una sostanza che ha ucciso i loro figli.
Altre coppie sposate sono riuscite a partorire in ospedale, ma tornando a casa hanno trovato la loro abitazione rasa al suolo dalle fiamme. Altre ancore sono state costrette a pagare multe salate oppure una volta tornate a casa hanno trovato la loro abitazione svuotata di tutto, comprese le porte, eccetto il tavolo da cucina.
Tutto questo fa pensare a un Governo rinnovato, democratico e rispettoso della religione? Cosa succederebbe se le nostre famiglie occidentali ricevessero questo tipo di trattamento per voler dare alla luce in questo mondo un nuovo bambino?
A settembre un altro Vescovo clandestino è morto in prigione e il suo corpo è stato cremato sei ore dopo in piena notte. C’era qualcosa da nascondere? E se questo fosse successo ad uno dei nostri Vescovi in Occidente?
Ha potuto scorgere qualche segnale di speranza per la Chiesa in Cina durante la sua visita?
Miravalle: Sì. In alcuni villaggi di province, note per le eroiche posizioni in difesa della fede e per i martirii subiti a causa della nostra fede cattolica posta sotto indicibili persecuzioni, molte famiglie hanno molteplici figli e si svolgono pubblicamente celebrazioni eucaristiche e processioni mariane.
Mi sono recato in un villaggio particolare e ho intervistato il parroco su come era possibile vivere in questo modo nonostante la politica del figlio unico imposta da Pechino. La risposta è stata: “Qui siamo uniti. I sacerdoti sono pronti ad offrire la vita per il Vescovo e la gente è disposta a morire, ed è morta, per i loro Vescovi e sacerdoti, e il Vescovo è totalmente fedele al Santo Padre. Siamo così uniti che ci dovrebbero eliminare tutti, tuttavia ora non lo faranno”.
Ho chiesto al parroco e alla suora che mi faceva da interprete, cosa rende così diverso questo villaggio. E la risposta è stata: “Noi ci affidiamo all’Eucaristia, alla Madonna e al sangue e alle preghiere dei martiri che ci hanno preceduto. Qui siamo cattolici. Se non sei fedele al Santo Padre allora non sei cattolico”.
Cosa può fare la Chiesa in Occidente per aiutare la Chiesa in Cina?
Miravalle: Il nostro cuore dovrebbe essere trafitto dal dolore per le sofferenze subite quotidianamente dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle cattolici in Cina. Questo ci porterebbe a pregare ogni giorno per la Chiesa e la gente in Cina.
La stessa domanda l’avevo rivolta al Vescovo. Ed egli ha risposto: “Pregate, pregate per la Chiesa in Cina. I soldi possono aiutare, ma soprattutto pregate”.
Il Vescovo ha aggiunto che il Comunismo non è l’unico male che la sua gente deve affrontare. E mi ha confessato: “Negli ultimi anni, la mia gente ha iniziato a cedere all’idea secolare e mondana di felicità, secondo cui è possibile trovare la felicità ultima in questa vita. Essi hanno perso il desiderio per la preghiera e il sacrificio. E questo può essere un pericolo ancor più grande dello stesso Governo comunista”.
Il Vescovo ha quindi esortato: “Pregate la Santa Vergine Maria! È lei il rimedio per la situazione in Cina. È come la battaglia descritta nell’Apocalisse, tra la donna e il drago. È anzitutto una battaglia spirituale, cosmica. Pregate la Madonna per la Cina”.