Il Papa alla Chiesa americana: «Tempo di fedeltà e comunione»
Il mondo, e così la Chiesa, vive un momento di “svolta”. Un tempo certamente “pieno di grandi promesse”. Ma che al tempo stesso rivela i “segni evidenti” di un “crollo” dei fondamenti della società. In questa situazione c’è bisogno di una “testimonianza” di fede e di fedeltà, e anche di un modo di pensare, di una “cultura” che sia veramente cattolica, “fiduciosa nell’armonia tra fede e ragione” e capace per questo di affrontare le sfide del secolarismo e del materialismo. Un’apertura alla “speranza che non delude” che interpella anche l’educativo, in quanto “contro i conflitti personali, la confusione morale e la frammentazione della conoscenza, i nobili scopi della formazione accademica e dell’educazione, fondati sull’unità della verità e sul servizio alla persona e alla comunità, diventano uno speciale potente strumento di speranza”. Consapevoli che, nell’educazione, il servizio della verità “assume un elevato significato nelle società in cui l’ideologia secolaristica pone un cuneo tra verità e fede”.
Dal palco eretto sul diamante del Nationals Stadium, il tempio del baseball di Washington Dc, Benedetto XVI s’è rivolto ieri mattina ai fedeli cattolici degli Stati Uniti. E, come avrebbe poi fatto nel pomeriggio con gli educatori, incontrati alla Catholic University of America – l’Università Cattolica di Washington – ha consegnato loro le chiavi per capire e affrontare le sfide del presente. Così, se parlando mercoledì ai vescovi degli Usa, il Papa aveva proposto loro un’esigente bussola pastorale, nei due discorsi di ieri ha voluto riprendere gli stessi riferimenti “dal basso”, per così dire, offrendoli alla riflessione e all’impegno del popolo di Dio (un terzo discorso l’ha poi tenuto, sempre ieri – mentre in Italia era notte fonda – al Centro culturale “Giovanni Paolo II” di Washington, dove ha incontrato i rappresentanti di altre religioni). Un richiamo alla “necessità” della testimonianza, che non a caso riparte dal “dolore” provato in conseguenza “dell’abuso sessuale di minorenni: “Ieri – dice il Papa allo stadio – ho parlato con i vescovi di questa cosa. Oggi incoraggio ciascuno di voi a fare quanto gli è possibile per promuovere il risanamento e la riconciliazione e per aiutare quanti sono stati feriti”.
Il punto dell’essere Chiesa, nella prospettiva di Papa Ratzinger, è infatti proprio qui, nella parte che, consapevolmente, ogni membro della Chiesa ha nella missione evangelizzatrice. Perché “il mondo – spiega – ha bisogno della testimonianza! Chi può negare che il momento presente costituisca una svolta non solo per la Chiesa in America, ma anche per la società nel suo insieme? È un tempo pieno di grandi promesse, poiché vediamo la famiglia umana in vari modi avvicinarsi di più diventando sempre più interdipendente. Allo stesso tempo, tuttavia, vediamo segni evidenti di un crollo preoccupante negli stessi fondamenti della società: segni di alienazione, rabbia e contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio”.
Ciò riguarda anche la Chiesa al suo interno, che “vede segni di immense promesse – ha aggiunto – nelle tante sue parrocchie solide e nei movimenti vivaci, nell’entusiasmo per la fede dimostrato da tanti giovani, nel numero di coloro che ogni anno abbracciano la fede cattolica e in un interesse sempre più grande per la preghiera e per la catechesi. Allo stesso tempo essa percepisce, in modo spesso doloroso, la presenza di divisione e polarizzazione al suo interno, e fa pure la sconcertante scoperta che tanti battezzati, invece di agire come lievito spirituale nel mondo, sono inclini ad abbracciare atteggiamenti contrari alla verità del Vangelo”. Sono tuttavia “tanti di più” quelli rimasti fedeli. A loro il Papa ha rivolto l’esortazione ad affrontare “le sfide di una cultura sempre più secolarizzata e materialistica”. Il successo “dipenderà in gran parte dalla vostra fedeltà personale nel trasmettere il tesoro della nostra fede cattolica. I giovani hanno bisogno di essere aiutati nel discernere la via che conduce alla vera libertà: la via di una sincera e generosa imitazione di Cristo, la via della dedizione alla giustizia e alla pace… Le sfide che ci vengono incontro richiedono un’istruzione ampia e sana nella verità della fede. Ma richiedono anche di coltivare un modo di pensare, una ‘cultura’ intellettuale che sia genuinamente cattolica, fiduciosa nell’armonia profonda tra fede e ragione”.
In questo il ruolo che degli educatori è essenziale. La separazione tra verità e fede operata dall’ “ideologia secolaristica”, infatti, “ha portato ad adottare una mentalità positivistica che, rigettando la metafisica, nega i fondamenti della fede e rigetta la necessità di una visione morale”. Succede così che “quando nulla al di là dell’individuo è riconosciuto come definitivo, il criterio ultimo di giudizio diventa l’io e la soddisfazione dei desideri immediati dell’individuo… All’interno di un simile orizzonte relativistico gli scopi dell’educazione vengono inevitabilmente ridotti. Lentamente si afferma un abbassamento dei livelli. Osserviamo oggi una certa timidezza di fronte alla categoria del bene e un’inconsulta caccia di novità in passerella come realizzazione della libertà. Siamo testimoni della convinzione che ogni esperienza sia di uguale valore e della riluttanza ad ammettere imperfezioni ed errori. E particolarmente inquietante è la riduzione della preziosa e delicata area dell’educazione sessuale alla gestione del ‘rischio’, privo di ogni riferimento alla bellezza dell’amore coniugale”.
Come possono rispondere gli educatori cristiani? “Questi pericolosi sviluppi – ha detto il Papa – pongono in evidenza la particolare urgenza di ciò che potremmo chiamare “carità intellettuale”. Questo aspetto della carità chiede all’educatore di riconoscere che la profonda responsabilità di condurre i giovani alla verità non è che un atto di amore. In verità, la dignità dell’educazione risiede nel promuovere la vera perfezione e la gioia di coloro che devono essere guidati”.
Benedetto XVI invita i cattolici Usa a prendere coscienza delle “grandi promesse” di questa fase storica, nel loro Paese e nel mondo, ma anche dei sintomi del “crollo dei fondamenti sociali”. Mentre il secolarismo “pone un cuneo tra verità e fede», gli educatori sono chiamati alla «carità intellettuale”.