IL PERCORSO LEGISLATIVO
L’iter legislativo del decreto sicurezza è stato abbastanza tormentato: già questo è sintomatico della spinosità della situazione.
Difatti con l’approvazione al Senato del disegno di legge n. 733 – B, “disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, si conclude il processo di revisione delle materie dell’immigrazione e dell’asilo, avviato nel maggio 2008 durante il Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli.
Processo di revisione
Le sue tappe fondamentali iniziano il 21 maggio 2008, quando il Governo, durante il Consiglio dei Ministri, approva alcuni provvedimenti ritenuti di fondamentale rilevanza in materia di: sicurezza pubblica, diminuzione del carico fiscale, superamento dell’emergenza rifiuti nella città di Napoli e nell’intera regione Campania.
In materia di sicurezza viene, quindi, previsto un pacchetto di norme sull’immigrazione e l’asilo composto da un decreto-legge, un disegno di legge e tre schemi di decreti legislativi che intervengono sulle norme di recepimento delle direttive comunitarie in materia di ricongiungimento familiare, di protezione internazionale e di soggiorno dei cittadini comunitari.
Il 26 maggio 2008 si ha il primo provvedimento in materia di sicurezza pubblica sull’immigrazione. Viene pubblicato sulla G.U. il Decreto Legge 23 maggio 2008 n. 92 “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica”, successivamente convertito in legge del 24 luglio 2008 n. 125.
Il 3 giugno 2008 viene presentato al Senato il Disegno di Legge n. 733 “disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (secondo provvedimento nell’ambito del pacchetto sicurezza).
Il 5 novembre 2008 entrano in vigore il Decreto Legislativo 3 ottobre 2008, n. 159, “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, recante attuazione della direttiva 2005/85/CE relativa alle norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato” e il Decreto legislativo 3 ottobre 2008, n. 160 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, recante attuazione della direttiva 2003/86/CE relativa al diritto di ricongiungimento familiare”.
Il 5 febbraio 2009 il testo del DDL 733 viene approvato (ma modificato rispetto al testo originario), ed inviato alla Camera (DDL 2180).
Il 14 maggio 2009 il testo del DDL 2180 viene approvato alla Camera attraverso il voto di fiducia, ma nuovamente modificato. Per questo motivo viene rinviato al Senato per un nuovo esame e la conseguente approvazione.
Finalmente il 2 luglio 2009 le nuove disposizioni in materia di sicurezza vengono approvate definitivamente al Senato (DDL 733 – B) ed entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla promulgazione del Presidente della Repubblica e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto sicurezza ha ora la forma della LEGGE 15 luglio 2009 n. 94, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, 24 luglio 2009, n. 170, e contiene nuove disposizioni penali in materia di sicurezza.
Occorre specificare che gli interventi normativi in essa introdotti sono numerosi e disseminati su terreni; difatti essi incidono sul sistema sanzionatorio e sul processo penale, oltre che sul Codice della strada, sulla responsabilità delle persone giuridiche, sul sistema penitenziario, sulla sicurezza urbana e sulle misure di prevenzione.
Di certo particolare attenzione viene dedicata all’ingresso, soggiorno ed espulsione dello straniero, oltre che alle disposizioni processuali sul rito del Giudice di Pace destinate al clandestino, la cui condizione è ora penalmente sanzionata.
L’iter del provvedimento non è stato certo senza intoppi e battute d’arresto.
Durante la prima votazione al Senato la bocciatura di ronde e prolungamento della detenzione nei Cie fino a 18 mesi. Poi, le polemiche seguite alla previsione della cancellazione del divieto di segnalazione (art 35 TU) da parte del personale medico sanitario per i cittadini stranieri non in possesso del permesso di soggiorno, mentre a catena, emergevano via via tante polemiche, particolarmente sull’introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare.
Il passaggio alla Camera, anticipato da una nuova bocciature delle ronde e del prolungamento, questa volta fino a sei mesi, dei tempi di detenzione, che il Ministro Maroni aveva inserito in un decreto legge (quello denominato anti-stupri), è stato poi un terreno di misurazione dei rapporti di forza tutto interno alla maggioranza. Allora, via la norma sui medici-spia, grazie alle pressioni del presidente della Camera Fini e di una lettera sottoscritta da oltre 100 parlamentari del Pdl, in cambio della reintroduzione ancora delle ronde e del prolungamento dei tempi di detenzione, poi, in cambio del voto di fiducia, la deroga prevista per l’iscrizione scolastica.