Il saluto di padre Pizzaballa custode di Terra Santa
Nel Cenacolo il Papa è stato salutato dal padre francescano Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, che gli ha rivolto in italiano queste parole.
Beatissimo Padre,
fra tutti i luoghi che ella ha visitato e che visiterà in questo suo pellegrinaggio, certamente questo è il meno glorioso dal punto di vista strutturale, probabilmente è il più piccolo e, ammettiamolo, forse anche il meno curato anche se adesso l’hanno da poco restaurato per la sua visita. Eppure è emozionante darle il benvenuto, soprattutto avere la gioia di farlo “qui” è davvero qualche cosa di speciale.
Tante volte nelle nostre liturgie di Terra Santa risuona “qui”, “hic”, ad indicare il luogo santo che ci richiama le pagine del Vangelo. Il “qui” del Cenacolo celebra inoltre molte pagine della storia della Chiesa e anche della presenza francescana.
“Qui”, “hic”, proprio in questo luogo così semplice si è celebrata la Cena di Pasqua del Signore Gesù con gli apostoli, prima della Passione, e ci richiama ogni volta l’istituzione dell’Eucaristia, ma anche il gesto di testimonianza del Signore e Maestro che lava i piedi ai suoi discepoli, il comandamento nuovo, la promessa dello Spirito, e la sua grande preghiera. Cenacolo è il timore che fa chiudere le porte agli apostoli, è il Cristo risorto che entra e dice: pace a voi. Cenacolo è l’attesa nella preghiera, con Maria, è lo Spirito che irrompe come vento gagliardo e la nascita della Chiesa, una e indivisa.
Il Cenacolo segna anche la nostra storia di francescani, che hanno qui il loro primo convento, dal quale si muovono per andare ad officiare nella basilica del Santo Sepolcro. Luogo concesso nel 1333 “con grandi spese e faticose trattative” e, come scritto nella Bolla di Papa Clemente vi, come convento sul Monte Sion, “nel cui ambito vi è il Cenacolo con le due cappelle, e il convento per dodici frati e tre persone secolari”. Dopo la nostra espulsione, il Cenacolo è anche la struggente e forte nostalgia della nostra casa e insieme la nostalgia di un luogo santo che ci appartiene come cristiani e come Chiesa.
“Qui” si evidenziano, nella povertà delle pietre del luogo, tutte le contraddizioni della Terra Santa: il succedersi di dominazioni diverse, il sovrapporsi di devozioni, la divisione della Chiesa e i diversi particolarismi. Il Cenacolo segna in un certo senso il luogo della santità di Dio, del suo amore incondizionato ma anche della piccolezza dell’uomo. Una storia che pare non si incontri mai, dove solo sappiamo che ci attende la fedeltà del Signore, come oggi, in cui il programma della sua visita ci conduce qui, al Cenacolo come luogo importante nella Città Santa di Gerusalemme, ad invitarci a fare “qui” memoria, e da “qui” alzarsi per “continuare nel mondo quella carità che è il fermento celeste del pane del Mistero” (Primo Mazzolari).
Benvenuto in Terra Santa, Beatissimo Padre, benvenuto tra i suoi figli di Gerusalemme, benvenuto “qui”, al Cenacolo.