Insieme per l’Europa
Lo scorso 12 maggio si è svolto a Stoccarda la giornata “Insieme per L’Europa”, manifestazione a carattere europeo che dal 1999 unisce movimenti e comunità cattolici ed evangelici – 240 oggi il numero dei gruppi partecipanti – con il desiderio di dare inizio ad un cammino di comunione ed offrire un contributo all’unità spirituale dell’Europa.
Le tre giornate di incontri, comprensive dei giorni 10 e 11 maggio pensati per i responsabili dei singoli gruppi, hanno contribuito alla dichiarazione di una sorta di “manifesto cattolico europeo” definito: Messaggio “Insieme per L’Europa 2007” in cui vengono ribaditi all’unanimità, come segno della Comunione che solo lo Spirito di Dio può infondere, i valori cristiani dell’Europa. In particolare si riaffermano il valore della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale e quello della famiglia come cellula naturale e fondamentale della società nell’unione tra uomo e donna (e infatti “Insieme per L’Europa” si è svolta contemporaneamente e in Comunione con il Family Day a Roma).
Papa Benedetto XVI ha desiderato farsi presente ai lavori inviando il Cardinale Tarcisio Bertone che si è fatto tramite del Santo Padre riconoscendo nella manifestazione “una felice intuizione ecumenica di gruppi, associazioni, movimenti e comunità cattolici, evangelici, ortodossi e anglicani” nella “necessità di riaffermare insieme la fedeltà al Vangelo, in una Europa che rischia di smarrire i valori originari e di rinunciare alle proprie radici cristiane”.
Ci uniamo come sempre al cuore del Santo Padre certi del fatto che ciò che c’è di mezzo è la libertà dell’uomo. Lo scopo non è quello di mettere al centro l’Europa o la famiglia o di stabilire quando inizi la vita. Certamente negando l’Europa e la sua origine, la famiglia come unione responsabile tra uomo e donna o la vita stessa stabilendo soggettivamente quando essa inizia, non si demoliscono solo dei semplici principi e tanto meno non si afferma la libertà dell’uomo, ma ci si rende schiavi di una ideologia che porta a credere tutto possibile, tutto ammissibile, tutto lecito purché sia dentro il “quieto vivere”. La conseguenza di un simile nichilismo non è la libertà, questo deve essere chiaro, ma la schiavitù dell’umano che si trova a svolazzare come una piuma nel mare magnum del mondo: certo, libera di andare ovunque, ma dove la porta il vento e non dove essa stessa, e soprattutto il suo cuore, vorrebbe andare.
Il cuore dell’uomo anela la libertà, la felicità che non è dentro i valori, ma in Chi ci ha consegnato quei valori che oggi ambiamo a distruggere, ovvero in quell’Uomo di Nazaret di nome Gesù, il Dio che si è fatto incontrabile, che si è reso compagnia di uomo all’uomo. Chi nega questo, anche dentro la vita apparentemente più “libera” ma senza Cristo, non può non riconoscere in fondo una insoddisfazione, un’ultima amarezza… Non si accontenterà mai il nostro cuore di ciò che noi tentiamo continuamente di fargli bastare; solo Cristo è la vera risposta ad ogni uomo e ad essere semplici e leali con se stessi non si può che riconoscerlo.