Ministro Esteri organizza dibattito con Falun Gong e Amnesty
L’Olanda fa saltare i nervi alla Cina. La decisione del Ministero degli Esteri di promuovere un incontro su Olimpiadi e diritti umani, con rappresentanti di Amnesty ma anche della Falun Gong e di associazioni per il Tibet, è stata accolta con un duro commento dell’ambasciatrice di Pechino.
E le parole diplomatiche del ministro Maxime Verhagen a conclusione del dibattito non aiuteranno ad allentare la tensione: “Migliorare i diritti umani in Cina è e rimane un obiettivo della politica olandese, così come il successo dei giochi olimpici. Sono obiettivi che non confliggono uno con l’altro”.
“La gente pensa che le Olimpiadi siano una grande opportunità per migliorare la situazione dei diritti umani in Cina perchè in questo momento la Cina è più esposta alle pressioni internazionali. E’ vero”, ha aggiunto Verhagen. Ribadendo la contrarietà all’idea di un boicottaggio ma riconoscendo, come denunciato in molti interventi, un aumento della repressione in atto.
Stamane, in una lettera affidata al quotidiano De Volksrant, l’ambasciatrice cinese in Olanda Xue Hangquin aveva commentato così la commisstione tra “questioni politiche” e lo sport: “Riteniamo del tutto inaccettabile che l’immagine della Cina nel mondo occidentale sia danneggiata da denunce infondate. Un comportamento del genere non è nello spirito olimpico e soprattutto urta i sentimenti della popolazione cinese”.