Nuovi scontri a Tripoli, calma tesa a Beirut
“Violenti scontri a fuoco sono ripresi questa mattina tra sostenitori del governo e seguaci di Hezbollah a Tripoli, nel nord del Libano. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza ai media locali, mentre la gente teme che la situazione possa peggiorare in vista della riunione del Parlamento, prevista domani, per l’elezione del presidente delle Repubblica”: lo hanno detto alla MISNA fonti umanitarie contattate a Beirut dove gli scontri tra sostenitori della maggioranza e dell’opposizione libanese, sono stati frenati dalla massiccia presenza dell’esercito nelle strade. “Nella capitale la tensione resta alta e alcune zone sono ancora semivuote – ha proseguito la fonte – poiché girano voci di un aumento dei combattimenti nelle prossime ore; in molti temono che se domani non si troverà un accordo per l’elezione del presidente, le violenze si estenderanno anche ai quartieri cristiani della città”. Diverse strade di Beirut sono ancora chiuse da barricate, compresa quella per l’aeroporto internazionale, mentre in mattinata si sono uditi colpi d’arma da fuoco nel centralissimo quartiere di Hamra, sede di locali e caffè alla moda, in cui due operatori dell’ emittente tv ‘Al Jazira’ sono rimasti leggermente feriti. Sul versante politico, il capo del partito cristiano delle Falangi, ed ex presidente Amin Gemayel, ha esortato oggi tutte le fazioni cristiane a restare unite nei confronti di Hezbollah. “Chiedo ai funzionari regionali delle Falangi di riunirsi oggi pomeriggio con le Forze Libanesi e il Movimento patriottico libero per mettere a punto un piano per impedire la sedizione e consolidare le loro regioni contro questo terribile colpo di stato” ha detto Gemayel in conferenza stampa; Le Falangi e le Forze Libanesi di Samir Geagea fanno parte della coalizione di governo antisiriana, mentre il movimento Patriottico libero di Michel Aoun è alleato all’opposizione con Hezbollah. “La gente è spaventata e teme che il perdurare della crisi politica e dei contrasti tra maggioranza e opposizione trascini il paese in una nuova guerra civile” aggiunge la fonte della MISNA. Intanto secondo cifre ancora ufficiose, i bilanci dei combattimenti di ieri e della notte scorsa nelle zone druse, potrebbero essere di 36 morti e decine di feriti. Cifre che, se confermate, porterebbero a circa 80 morti e oltre 200 feriti il totale da mercoledì.[AdL]