Olimpiadi: case demolite con la forza e carcere per chi chiede indennizzi
Pechino- Si stima che almeno 1,5 milioni di persone siano state cacciate da casa, per demolirle e realizzare le grandiose e avveniristiche opere olimpiche a Pechino e nelle altre città che ospiteranno i Giochi, come Shanghai, Qingda, Shenyang, Qinhuangdao. Centinaia di migliaia non hanno ricevuto altre abitazioni o indennizzi e sono ridotti in povertà. La ong Osservatorio per i diritti e il sostentamento del cittadini (Crlw) denuncia cosa è successo a Pechino nel distretto Chaoyang, nel villaggio Wali e nel villaggio Datun, dove il governo locale ha demolito le case con la forza e senza dare equi indennizzi e i cittadini si sono battuti per i loro diritti, con denunce e petizioni alle Autorità.
Crlw ricorda i circa 200 residenti che hanno inviato una petizione unitaria al governo e hanno organizzato un sit-in di protesta di un mese. La reazione delle autorità locali è stata violenta. Ma Jingxue di Wali, che ha presentato una petizione per avere il giusto indennizzo, è stato mandato due volte in un campo di rieducazione-tramite-lavoro per totali tre anni per “comportamento disonesto”.
Lu Qingcheng di Datun ha rivolto una petizione al governo chiedendo un risarcimento per la proprietà perduta e i danni subiti durante per la demolizione coatta della casa. E’ stato messo in carcere per 8 giorni e 20 residenti che l’hanno presentata insieme a lui per “soltanto” 2 giorni.
L’attivista per i diritti umani Hu Jia, un mese prima di essere arrestato a dicembre per “sovversione antistatale”, ha denunciato che i fratelli Ye Guozhu e Ye Guoqiang sono stati arrestati sempre per avere denunciato la demolizione forzata delle loro case. Ye Guozhu è stato legato al letto e percosso più volte e ora attende i Giochi nella prigione Chaobei di Tianjin.
Il governo, per garantire l’immagine di città pulite e civili, ha aumentato gli arresti e il rimpatrio coatto di mendicanti e senzatetto, molti dei quali ha inviato in campi di lavoro. Sono state arrestate molte persone solo perché hanno presentato petizioni al governo centrale. I venditori ambulanti sono stati cacciati o hanno subito la confisca della merce.
Hu ricorda, tra i tanti, i casi di Lin Hongying, contadina e venditrice ambulante di verdure, percossa a morte dalla polizia municipale di Jiangsu il 20 luglio 2005. Wu Shouqing, riparatore di biciclette, ucciso di botte dalla polizia di Wuxi il 19 novembre 2005. Duan Huimin che aveva presentato una petizione, ucciso dalla polizia di Shanghai nel gennaio 2007. Chen Xiaoming, autore di petizioni e attivista per i diritti, messo in galera a Shanghai dove è morto il 1 luglio 2007 per una malattia non curata. E i 200 autori di petizioni arrestati a Pechino il 5 agosto 2007, proprio un anno prima delle Olimpiadi.