Olimpiadi, dal governo cinese lista nera di persone non gradite
Non saranno ammessi in Cina durante i Giochi perché «le loro attività possono rappresentare una minaccia». La denuncia dagli Usa, ne fanno parte anche dissidenti e Ong
Una lista nera di “elementi antagonisti” a cui sarà impedito l’ingresso in Cina durante le prossime Olimpiadi di Pechino. È il provvedimento preso nei mesi scorsi dal governo di Pechino contro una serie di persone ritenute, a vario titolo, pericolose per lo svolgimento dei Giochi.
A riferirlo è la China Aid Association, un’organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa in Cina e che cita fonti interne al governo.
Nella lista nera di Pechino figurano sia gruppi terroristici che membri del movimento spirituale cinese Falun Gong, i cui attivisti sono da anni perseguiti del governo della Repubblica Popolare con l’accusa di appartenere a una setta eretica.
Tra le persone non gradite ci sono, però, anche operatori dei media e persone che hanno violato le leggi del commercio internazionale. Insomma, tutti coloro che rappresentano concretamente un pericolo o che possono sfruttare l’eco dell’evento olimpico per far sentire la propria voce dissidente contro il governo di Pechino.
L’ordine, arrivato dal ministero della Pubblica Sicurezza, prevede il bando di categorie come “elementi antagonisti”, “membri di organizzazioni illegali” e “organizzazioni non governative le cui attività possono rappresentare una minaccia per i Giochi”. Nel decreto del governo di Pechino, oltre a estremisti religiosi, vengono menzionati anche “lavoratori dei media che possono danneggiare i Giochi olimpici”, “elementi pericolosi” e “altre persone che hanno recato danni al Partito comunista”.
Non è chiaro se il provvedimento, che sarebbe stato emesso lo scorso aprile, venga applicato ai partecipanti o ai semplici spettatori, sebbene il ministero, secondo quanto riferisce l’associazione, avrebbe già ordinato una stretta sorveglianza anche su atleti, membri del Comitato olimpico, media e sponsor.
Le Olimpiadi di Pechino, che da un punto di vista delle strutture e dell’organizzazione complessiva sembrano viaggiare su solidissimi binari, sono state al centro di un vasto dibattito internazionale in merito alle presunte violazioni dei diritti umane da parte del governo cinese, accusato anche di sostenere i regimi del Sudan e della Birmania.
Nell’elenco delle persone sgradite si trovano anche curiose categorie. Come quella dei “frequenti trasgressori del codice della strada relativamente all’attraversamento con semaforo rosso”.
Dal governo cinese, per ora, si limitano a definire il rapporto della China Aid Association «non molto accurato». Un dirigente del ministero, che non ha voluto qualificarsi, ha riferito ad Associated Press che il controllo del flusso di persone che entra nel Paese è una pratica normale.