Pechino, almeno 1 milione e mezzo di sfollati per i Giochi Olimpici
Il nodo dei trasferimenti coatti legati ai Giochi Olimpici – come quello che avrebbe coinvolto interi quartieri di Pechino – “ha raggiunto dimensioni tali da costringere il Coi a definire regole da imporre alle città che nel futuro avanzeranno la loro candidatura per ospitare i Giochi Olimpici”: la proposta arriva da Jean du Plessise direttore esecutivo dell’organizzazione ‘Center on Housing Rights and Evictions’ (Cohre), con sede a Ginevra. Il riferimento è all’esodo che, quando mancano 233 giorni ai giochi olimpici estivi di Pechino, sarebbe stato provocato dai preparativi che, secondo il Cohre, avrebbero già costretto 1 milione e mezzo di abitanti ad abbandonare le proprie case: accuse alle quali il governo cinese ha risposto definendole informazioni “senza fondamento”.
Un portavoce ufficiale ha comunque ammesso che “circa 6000 famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie case, ma dopo essere state indennizzate e ricollocate in modo appropriato”. Una risposta che non convince i responsabili della Cohre, che ricordano altri gravi precedenti: secondo quanto ha dichiarato Jean du Plessise, direttore esecutivo dell’organizzazione, “la nostra ricerca mostra che ben poco è cambiato dal 1988, quando 720 mila persone furono rimosse con la forza a Seul, nella Corea del Sud, in vista dei Giochi Olimpici estivi”, .
“E’ assolutamente inaccettabile che un milione e mezzo di persone siano già state spostate da Pechino in preparazione delle Olimpiadi del 2008, in flagrante violazione del loro diritto ad una casa adeguata” ha aggiunto. Circa 6037 unità familiari sono state demolite dal 2002 ad oggi per dar spazio a nove ritrovi nel quadro della preparazione dei Giochi Olimpici del prossimo anno, ha ammesso Jiang Yu, la portavoce del ministero degli Esteri cinese. “Questi cittadini hanno ricevuto un indennizzo in contanti e sono stati ricollocati in modo appropriato, e nessuna unità familiare è stata costretta con la forza ad abbandonare Pechino”, ha aggiunto Jiang Yu.
Per Giselle Davies, la portavoce del Comitaco Olimpico Internazionale (Coi) “lo studio dell’organizzazione svizzera affronta una questione molto importante”. Il Coi ha già mostrato la propria disponibilità a partecipare ad un workshop organizzato dal Cohre, su questa problematica, che si svolgerà il 14 e 15 giugno. Lo studio dell’organizzazione, durato tre anni, ha analizzato in modo comparativo la situazione in sette città che hanno ospitato o ospiteranno nel futuro i Giochi Olimpici: Seul, Barcellona, Atlanta, Sydney, Atene, Pechino e Londra. In base a questo studio, simili eventi su larga scala spesso portano ad un incremento dei prezzi immobiliari, che che a loro volta sono all’origine di sfratti, trasferimenti e criminalizzazione dei senza tetto.
Il rapporto punta il dito anche contro gli organizzatori dei Giochi invernali di Vancouver del 2010, che – pur avendo promesso di rispettare i diritti relativi alla casa – hanno già esercitato pressioni sugli occupanti di 700 unità abitative, in gran parte famiglie a basso reddito, per la conversione di abitazioni a basso costo in sistemazioni di tipo turistico, che costringerebbe centinaia di poveri ed anziani a spostarsi altrove.
“Lo sfratto forzato della popolazione per far posto a strutture sportive e alberghi- dichiara Jean du Plessise ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL – è in netto contrasto con lo spirito dei Giochi Olimpici, che hanno come scopo principale una competizione sportiva in funzione di rafforzare la pace e di promuovere la solidarietà tra i popoli”. “Noi- aggiunge – non siamo contro la riqualificazione delle città e dei quartieri degradati, ma questo miglioramento non può comportare il peggioramento della vita degli abitanti, e soprattutto non giustifica alcun ricorso alla violenza, come sta avvenendo in Cina”.
Rispetto alle valutazioni del Cohre, d’altronde, altri esperti offrono stime ancora più allarmanti, secondo cui il numero degli sfollati potrebbe addirittura raggiungere 5 milioni di persone.