Un anno alle Olimpiadi. Chi pensa agli sfrattati di Pechino?
Il Paese si avvicina all’evento del 2008, mettendo a punto i dettagli logistici e tecnici, sebbene gli sforzi di facciata non cancellino le ferite e le violazioni dei diritti registrate negli ultimi anni. E’ il caso degli espropri di massa.
Si chiama ”Noi siamo pronti” la canzone che la Cina lancerà mercoledì 8 agosto, quando mancherà un anno esatto all’inizio delle Olimpiadi di Pechino. Il Paese si avvicina così all’evento, mettendo a punto i dettagli logistici e tecnici, sebbene gli sforzi di facciata non cancellino le ferite e le violazioni dei diritti registrate negli ultimi anni. Basti pensare alle 300 famiglie cacciate dalle loro case per far posto al nuovo quartier generale della Cctv, la televisione di Stato, una delle futuristiche costruzioni che caratterizzeranno la Nuova Pechino post-Olimpica.
Uno degli sfrattati è Huo Wei Ying, un disoccupato di 40 anni che per due decenni ha vissuto con la madre, la moglie e la figlia, oggi adolescente, in uno dei piccoli appartamenti destinati alla demolizione. ”Qui consumavamo i pasti, di solito guardando la televisione…e questa era la mia stanza da letto”, dice aggirandosi per le stanze vuote e sporche dove tra rifiuti e pezzi di vetro starnazzano quattro magre galline alle quali, spiega Huo, ”dà da mangiare uno degli operati del cantiere”. La vita di Huo è cambiata il 9 aprile, quando è stato cacciato insieme alla famiglia dagli inviati della Tinghong Baowei, la società incaricata della demolizione. ”Ci hanno offerto un indennizzo di 5.500 yuan al metro quadrato, quando oggi i prezzi in quest’ area sono di 25.000 yuan (dieci yuan = un euro)”, spiega Huo.
Come lui, sono tanti i cittadini vittime delle decine di espropri di massa (con indennizzi ridicoli) avvenuti negli ultimi anni nella Capitale. Tra di loro, ci sono un migliaio di famiglie costrette ad evacuare per far posto al Bird Nest (Nido d’ Uccello), il nuovo stadio olimpico alla periferia settentrionale di Pechino. ”Non posso parlare – dice al telefono uno degli ex-residenti – è venuta la polizia e mi ha ordinato di non incontrare i giornalisti stranieri, dico solo che non siamo soddisfatti”.
Ma quanti sono con esattezza gli sfrattati ”olimpici”? Il Centre on Housing Rights and Evictions di Ginevra (Cohre), in un documento diffuso in giugno, ha parlato di un milione e mezzo di persone. Jiang Yu, una portavoce del governo cinese, ha sostenuto invece che gli sfrattati sono stati in tutto 6.037, e che tutti ”hanno avuto regolarmente i loro indennizzi”. Al momento attuale, né il Bocog, il comitato organizzatore dei Giochi di Pechino, né il Comitato Olimpico Internazionale hanno finora fornito cifre sugli sfratti e sugli espropri.