“Un atto grave da un governo con la valigia”
La notizia della approvazione delle nuove linee guida della legge 40 gli è arrivata ieri in mattinata, poco prima di tornarsene da Roma a Bari. “Un gesto grave, molto grave”, dice un po’ trafelato Aldo Loiodice mentre la moglie gli passa il telefono.
“L’avevamo detto e ridetto: non c’era alcuna necessità imperiosa, né immediata per fare un passo del genere. La raccomandazione per le linee guida è quella di un loro rinnovo ogni tre anni, ma non c’è alcuna data di scadenza. Bastava aspettare e pensare e mente fredda a un loro opportuno aggiornamento”.
Eppure Loiodice, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Bari, nonché avvocato componente del Consiglio nazionale forense, un po’ se lo aspettava. Lo temeva. E ora, a cose precipitate, vuole che si faccia un po’ di chiarezza.
Professore, intanto come le sembra dal punto di vista giuridico questo blitz del ministro Turco?
“Da un punto di vista costituzionale è una scorrettezza, perché un governo dimissionario, in attesa di sostituzione entro pochi giorni, non settimane, non può emanare un atto fondamentale come sono le linee guida della legge 40.
Questa è la prima cosa da ribadire.
Secondo: la sentenza del Tar del Lazio, quella dello scorso gennaio con cui il Tribunale amministrativo regionale ha annullato le linee guida nella parte che prevedeva il divieto della diagnosi preimpianto, è ancora sotto appello. Il ministro doveva aspettare che ci fosse la sentenza. Terzo: la questione, come è noto, è stata demandata anche alla Corte costituzionale, e la Turco doveva attendere anche, se non di più, la sentenza della Consulta. Questo modo di procedere lascia senza parole”.