Il dramma dei profughi angolani
“Abbiamo visto sofferenza inimmaginabili e condizioni terribili”. Così padre Andrzej Halemba e padre Ulrich Kny dell’opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs) descrivono le condizioni degli angolani rimpatriati a forza dalla Repubblica Democratica del Congo. In una nota i due religiosi raccontano la visita ad alcuni campi profughi nella città di Damba nel nord dell’Angola.
“I Governi della Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) e della vicina Repubblica del Congo (Congo Brazzaville) – afferma il comunicato di Aiuto alla Chiesa che soffre – stanno espellendo i cittadini angolani dal loro territorio con metodi alquanto brutali, con la polizia e gruppi di civili che arrivano senza preavviso e ordinano agli angolani di lasciare immediatamente il Paese”. Senza preavviso i lavoratori angolani sono stati licenziati mentre gli scolari sono stati espulsi dalle scuole. Migliaia di persone sono state costrette a rientrare immediatamente in Angola, senza neppure aver avuto la possibilità di radunare i loro poveri averi. Le famiglie sono state divise e i bambini sono stati lasciati soli: nel caos che si è creato non riescono a trovare i loro genitori. Le famiglie miste costituite da angolani e congolesi sono state costrette a separarsi e a lasciare il coniuge di nazionalità congolese. I rifugiati sono stati costretti in alcuni casi a percorre a piedi 900 chilometri, senza alcuna comprensione per i più deboli, gli anziani, i malati, i bambini e le donne incinte. Le diocesi angolane di Uije e Mbanza Congo devono far fronte alle necessità di migliaia di persone affamate, indebolite e in diversi casi gravemente ammalate. Nel Comune di Damba sono stati istituiti cinque campi di accoglienza, ma i violenti temporali dei giorni scorsi hanno provocato seri danni alle tendopoli.
“Alcuni rifugiati – riferisce padre Kny – stanno tentando di proseguire il cammino per recarsi dai loro parenti in altri villaggi. Altri non hanno idea di dove andare, perché i loro villaggi sono stati completamente distrutti durante la guerra civile”. A Damba quattro padri cappuccini e quattro suore della Misericordia sono impegnati ad assistere i rifugiati. Le suore hanno aperto il loro convento per accogliere queste persone. “Le suore – afferma padre Halemba – stanno aiutando per quanto possibile, distribuendo cibo, utensili, medicine e vestiti, somministrando vaccini contro il tetano, la poliomielite e altre malattie oltre a offrire conforto spirituale e sostegno psicologico”
Nelle ultime settimane 40.000 angolani sono stati espulsi dai due Congo, come ritorsione per l’espulsione dei clandestini congolesi dall’Angola, un’operazione avviata due anni fa. A differenza dell’Angola, però, Kinshasa e Brazzaville non si limitano a espellere solo gli immigrati irregolari, ma tutti gli angolani, che hanno vissuto legalmente nei due Paesi, come profughi della guerra civile o per altri motivi.
Rassegna Stampa
Buddisti e cristiani insieme per educare alla speranza
Nel messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per la festa del Vesak l’invito ad attingere ai valori trascendenti delle rispettive tradizioni per “rischiarare il cammino dell’umanità e trionfare sul vuoto spirituale che causa tanto male e sofferenze”.