nel frammento

NUMERO 2 / ANNO 2020

Adesso si può ridere!

di Barbara Braconi

Ci sono momenti della storia e della vita in cui più di altri si fa notte e il buio sembra diventare tenebre. Veniamo da mesi in cui ci siamo trovati come catapultati all’improvviso in una condizione inimmaginabile: un virus piccolissimo ha mietuto vittime e terrore, e il cerchio si è stretto velocemente attorno a ciascuno di noi facendoci sentire in primissima linea in una battaglia contro un nemico sconosciuto. Tutta la vita, volenti o nolenti, ne è stata coinvolta: dai rapporti familiari al lavoro, dall’ambito economico a quello sanitario… Nulla è rimasto indenne. E anche ora viviamo con il pericolo di un ritorno dei contagi. C’è chi ha perso il lavoro e chi è ancora in cassa integrazione; c’è chi ha chiuso attività commerciali e chi ha fatto estenuanti turni in ospedale abbracciando anche il rischio più grande di ammalarsi per prestare soccorso e cure. C’è chi ha perso mesi di scuola e chi ha arrancato per cercare di studiare comunque. C’è chi è morto e chi ancora è in ospedale per un lungo percorso di recupero per i postumi del Covid. È stata notte, e tutti l’abbiamo percepita; contemporaneamente è stato un tempo di grazia. “La vera gioia non è l’eliminazione della notte, delle condizioni e delle circostanze drammatiche, ma è la presenza di una luce dentro le tenebre, che rifulge nelle tenebre, più forte delle tenebre. È dentro la notte che sorge il giorno della presenza di Cristo, è nelle tenebre che risplende la luce della presenza di Cristo” (Nicolino Pompei, … perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena). Un segno evidente di questa vittoria di Cristo è stato il dono di poter continuare a vivere i gesti che segnano il cammino settimanale della nostra Compagnia. Pur restando ognuno nelle proprie case, come la condizione richiedeva, usando degli strumenti tecnologici di cui tutti disponiamo, abbiamo vissuto l’Affidamento e l’Eco riscoprendo e risorprendendo come non mai la preziosità di questi gesti per la vita personale di ciascuno e per il mondo intero. Grazie all’entusiasmo e alla carità di alcuni amici che lo hanno particolarmente favorito e che hanno lavorato perché fosse possibile, abbiamo anche vissuto tanti momenti di fraternità senza poterci fisicamente incontrare. Attraverso dei video che univano simpaticamente e genialmente ciò che da tanti amici dal nord al sud dell’Italia proveniva (dai canti alle barzellette, dai balli agli scioglilingua, dagli sketch a stravaganti prove fisiche), abbiamo potuto vivere serate in comunione dove in Lui abbiamo sorprendentemente continuato a scoprirci fratelli. Sono stati segni semplici e potenti della vittoria di Cristo che sorge nella notte e risplende nelle tenebre. Mi torna in mente un momento dell’Apocalisse, su cui Nicolino si è più volte soffermato con noi, in cui Giovanni piange vedendo che la realtà sembra proseguire come se Cristo non fosse risorto, quasi negando o vanificando la Sua vittoria. Quel pianto di Giovanni, quel grido di Giovanni l’ho ritrovato in me in questi mesi così come in tantissime persone del nostro Paese come del mondo intero. Ma più forte di quel pianto ha continuato a rinnovarsi il dolce e certo invito che nell’Apocalisse il vegliardo gli rivolge: “Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli”(Ap 5, 5). L’esperienza di questa vittoria donata - e continuamente ridonata - ha segnato anche questi mesi dolorosi e questo numero della nostra rivista ne raccoglie la testimonianza in varie espressioni e declinazioni. Ora, nell’attimo presente, viviamo una fase in cui le maglie si sono molto allargate e il pericolo della malattia, se non del tutto scomparso, è comunque decisamente diminuito. Anche il desiderio di pensare e proporre gesti estivi come l’Avvenimento in piazza nel pieno rispetto della normativa anti Covid ma senza per questo rinunciarvi a priori, pur sapendo che anche all’ultimo momento potrebbe saltare tutto, è un segno di quella sicura speranza che per grazia ci ritroviamo nell’esperienza certa di Cristo che ha vinto e continua a vincere. La Sua vittoria è irrevocabile. “È nella sua presenza viva - che vive dentro la nostra esistenza e cammina con noi fin dentro le tenebre della nostra vita - la possibilità della gioia del cuore dentro qualsiasi condizione” (Nicolino Pompei, … perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena). “Adesso si può ridere!” – scrivevamo nel Volantino di Pasqua del 1995, facendo nostre le parole di Sara, che di fronte alla fedeltà di Dio nel dono del figlio tanto desiderato, esclama: “Motivo di lieto riso mi ha dato Dio”(cfr Gn 21,6). Alla luce di tutto il cammino di questi anni e di questi ultimi mesi confermiamo anche ora: “Adesso (in ogni adesso) si può ridere!”.

Barbara Braconi

MESSAGGIO PER LA IV GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

SOLENNITÀ DI PENTECOSTE

Omelia del 31 maggio 2020

SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Omelia del 14 giugno 2020

DISCORSO A MEDICI, INFERMIERI, E OPERATORI SANITARI DELLA LOMBARDIA

20 giugno 2020

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