III Anniversario della morte di Giovanni Paolo II

“Contemplare costantemente il Volto di Cristo: questa è l’eredità che egli - il servo di Dio Giovanni Paolo II - ci ha lasciato e che noi con gioia accogliamo e facciamo nostra” (Benedetto XVI)

02 Aprile 2008
Giovanni Paolo IINon è un caso che oggi, 2 Aprile, il terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II sia stato ricordato e celebrato a Roma con il primo Congresso Apostolico Mondiale della Divina Misericordia. Esso è stato inaugurato in Vaticano dal nostro Santo Padre Benedetto XVI con la Santa Messa presieduta da lui stesso in memoria del suo amato predecessore con inizio alle ore 10.30. “La sera dell’indimenticabile sabato 2 Aprile 2005, quando chiuse gli occhi a questo mondo, era proprio la vigilia della seconda domenica di Pasqua, e molti notarono la singolare coincidenza, che univa in sé la dimensione mariana - il primo sabato del mese - e quello della Divina Misericordia” ha affermato il Papa al Regina Caeli di domenica scorsa, 30 Marzo 2008, Festa della Divina Misericordia. Benedetto XVI ha inoltre sottolineato che il messaggio di Giovanni Paolo II, come quello di Suor Faustina, l’umile suora polacca a cui Gesù stesso affidò la missione di diffondere il culto della Divina Misericordia, “riconduce al volto di Cristo, suprema rivelazione della misericordia di Dio”. Giovanni Paolo II, forte e tenace testimone del fatto che, come lui stesso affermò a Cracovia nel 2002, “al di fuori della misericordia di Dio non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri umani”, stabilì durante il Giubileo del 2000 che in tutta la Chiesa la prima domenica dopo Pasqua, oltre che Domenica in albis, fosse denominata anche Domenica della Divina Misericordia. “Nei suoi quasi 27 anni di pontificato - afferma don Josef Bart, rettore della Chiesa di Santo Spirito in Sassia, Santuario della Divina Misericordia a Roma - il Servo di Dio Giovanni Paolo II non solo ha usato espressioni forti per convincere l’umanità sulla Misericordia di Dio ma con la sua stessa morte ha avvicinato gli uomini del mondo intero al Dio ricco di Misericordia, suscitando in molte anime il desiderio di conoscere, di implorare e di diffondere la Divina Misericordia”. Il cardinal Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e segretario personale (per quaranta anni) di Giovanni Paolo II, a tal proposito, in un’ intervista, notava come questo tema della Divina Misericordia non era molto diffuso nella Chiesa e che appunto fu Giovanni Paolo a metterlo in evidenza fin dall’enciclica “Dives in Misericordia” pubblicata già nel 1980 (anno terzo del suo pontificato). L’arcivescovo di Cracovia testimoniava inoltre che alla domanda di uno scrittore francese su quale fosse l’oggetto principale della sua preghiera, Giovanni Paolo II rispose: “Io prego affinché la Misericordia di Dio avvolga tutto il mondo”. Alla radice di questo atteggiamento - continua Dziwisz - credo ci fosse la sua esperienza contemplativa. Era un uomo sempre immerso nel mistero di Dio. Parlava come viveva. Di qui la forza del suo insegnamento”. Al n 8 della Enciclica sulla Misericordia Giovanni Paolo II infatti afferma: “Nel compimento escatologico la misericordia si rivelerà come amore, mentre nella temporaneità, nella storia umana, che è insieme storia di peccato e di morte, l’amore deve rivelarsi come misericordia ed anche attuarsi come tale. Il programma messianico di Cristo - programma di misericordia - diviene il programma del suo popolo, il programma della chiesa.” Sulle orme del suo predecessore Papa Ratzinger ha detto il 30 Marzo scorso “ La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio, il volto con il quale Egli si è rivelato nell’antica Alleanza e pienamente in Cristo Gesù, incarnazione dell’Amore creatore e redentore. Questo amore di misericordia illumina anche il volto della Chiesa, e si manifesta sia mediante i Sacramenti, in particolare quello della Riconciliazione, sia con le opere di carità, comunitarie ed individuali. Tutto ciò che la Chiesa dice e compie, manifesta la misericordia che Dio nutre per l’uomo, dunque per noi”. “Contemplare costantemente il Volto di Cristo: questa è l’eredità che egli - il servo di Dio Giovanni Paolo II - ci ha lasciato e che noi con gioia accogliamo e facciamo nostra”: con Benedetto XVI vogliamo pregare Giovanni Paolo II che ci conceda di vivere questa eredità che non si corrompe e di cui lui ora gode eternamente. Ringraziando il Signore dell’immenso dono della sua persona, vogliamo pubblicare di nuovo l’omaggio a Giovanni Paolo II che Nicolino Pompei ha scritto in occasione della sua morte (e pubblicato in nel frammento anno III numero 3) e l’omelia che oggi il Santo Padre Benedetto XVI ha proclamato nel III anniversario.
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