"Ero forestiero e mi avete ospitato"

Il 2017 si è chiuso registrando il numero più basso di migranti giunti via mare sulle coste dei Paesi del Mediterraneo

06 Febbraio 2018

Con la fie dell’anno solitamente  siamo bombardati da sondaggi di tutti i tipi. Poniamo l’attenzione su un dato che è rimbalzato forse troppo velocemente nelle radio, nei tg e sui giornali: il 2017 si è chiuso registrando il numero più basso di migranti giunti via mare sulle coste dei Paesi del Mediterraneo da quando ha avuto inizio nel 2014 il massiccio flusso di ingressi verso l’Europa. Sono stati complessivamente poco più di 171mila, meno della metà di quanti sbarcarono nel 2016, e ben lontani dall’oltre un milione di migranti giunti in Europa via mare nel 2015: questi i dati resi noti lo scorso 13 gennaio dalla Fondazione Ismu, ente di ricerca indipendente da anni impegnato sui temi della multietnicità e delle migrazioni. Nel mondo si contano, secondo lo stesso ente, 1 miliardo di persone in movimento – quasi un essere umano su sette – contando anche i 700 milioni di migranti interni, oltre i 250 milioni di migranti esteri e gli oltre 68 milioni di migranti forzati a causa di guerre, persecuzioni, disastri ambientali: una cifra mai raggiunta neanche durante la Seconda guerra mondiale. In Italia i migranti arrivati attraverso la rotta mediterranea nel 2017 sono stati dunque 119 mila, il 34% in meno rispetto allo scorso anno anche se l’Italia nell’ultimo anno è tornata ad essere il principale Paese di approdo nel Mediterraneo: i quasi 120mila migranti sbarcati hanno costituito il 70% di tutti gli arrivi via mare in Europa. Il 2015 fu l’anno della Grecia, che raccolse l’84% degli arrivi (857mila, siriani, afghani e iracheni principalmente), mentre nel 2016 dopo l’accordo con la Turchia gli sbarchi sulle isole greche subirono un significativo ridimensionamento: Italia e Grecia accolsero rispettivamente 181mila (50%) e 174mila (48%) migranti. Relativamente alle provenienze dei migranti si rilevano differenze tra i Paesi di approdo: tra le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco in Italia nel 2017 hanno prevalso quelle della Nigeria, della Guinea, della Costa d’Avorio e del Bangladesh. In Grecia sono giunti soprattutto siriani, iracheni e afghani. In Spagna, via mare e via terra, sono arrivati migranti dal Marocco, dall’Algeria, dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea. E' rimasto altamente significativo anche il numero di persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare: nel 2017 si stimano 3.116 i migranti morti o dispersi nelle acque del Mediterraneo, e principalmente nella più pericolosa rotta del Mediterraneo Centrale dal Nord Africa- Libia all’Italia. Nel 2017 infatti ci sono stati 18 morti e dispersi ogni 1000 sbarcati, la proporzione più alta del quadriennio considerato – era 14,2‰ nel 2016, 3,7‰ nel 2015 quando i migranti attraversarono il Mediterraneo nella rotta orientale e sbarcarono soprattutto in Grecia, e 15,2‰ nel 2014. Sono oltre 400 tra questi i bambini morti in mare da inizio anno mentre tentavano la traversata da soli o con parenti, mentre in migliaia sono stati vittime di abuso, sfruttamento e schiavitù nel loro viaggio attraverso la Libia. Solo nel 2017 circa 15 mila bambini non accompagnati hanno raggiunto l’Italia via mare ed i loro viaggi sono stati generalmente gestiti da responsabili di traffico e tratta. I dati riferiscono inoltre quali sono state le richieste di asilo, quanti degli sbarcati in Italia si sono trasferiti in altri Paesi… etc. Ma forse il dato ulteriormente inaspettato  è quello fornito da don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes che afferma che dal 2006 al 2017 la mobilità italiana  è aumentata del 60,1% passando da poco più di 3 milioni a quasi 5 milioni di iscritti all’Aire. Al 1 gennaio 2017, infatti, gli italiani residenti fuori dei confini nazionali e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) erano 4.973.942, l’8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data. Una cifra praticamente pari con gli stranieri, 5 milioni di persone, che si sono inseriti stabilmente nel nostro Paese. Questi i dati.

Insieme ai dati proponiamo la testimonianza di Padre Mussie Zerai, sacerdote eritreo, fondatore dell’agenzia “Habeshia” che si occupa di accoglienza profughi e del sostegno dei loro diritti, ospite del nostro 27° Convegno:

Dove sei, Adamo? Caino, dov’è tuo fratello?

VIDEO DELL'INCONTRO AL NOSTRO 27° CONVEGNO

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