La festa della Divina Misericordia

Secondo il desiderio che Gesù ha rivelato alla suora polacca Faustina Kowalska (1905-1938), la festa della Divina Misericordia è un giorno di grazia per tutti gli uomini. “Desidero - ha detto Gesù – che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori”.

29 Marzo 2008

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Secondo il desiderio che Gesù ha rivelato alla suora polacca Faustina Kowalska (1905-1938), canonizzata dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 30 aprile del 2000, la festa della Divina Misericordia è celebrata la prima domenica dopo Pasqua, proprio per sottolineare la stretta unione che esiste tra il mistero pasquale della Salvezza e tale festa. La liturgia di quel giorno infatti loda Dio in particolare nel mistero della Sua Misericordia. Gesù ha affidato a questa religiosa semplice, senza istruzione ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero. Le disse infatti: “Oggi mando te a tutta l’umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente ma desidero guarirla e stringerla al mio Cuore misericordioso” (Diario, p.827). La festa della Divina Misericordia è un giorno di grazia per tutti gli uomini. “Desidero - ha detto Gesù – che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori” (Diario, p.440). Grandi e straordinarie sono le promesse di Gesù rispetto a tale festa. “In quel giorno chi si accosterà alla sorgente della vita, questi conseguirà la remissione delle colpe e delle pene” (Diario, p.235). E inoltre: “In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia (…). Nessun anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come scarlatto” (Diario, p.441). Per ottenere queste grazie occorre adempiere alle condizioni della devozione alla Divina Misericordia (fiducia nella bontà di Dio e carità attiva verso il prossimo), essere in stato di grazia (dopo la confessione) e ricevere degnamente la santa Comunione. “Nessun anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia”. La festa della Divina Misericordia è preceduta da una Novena che consiste nel recitare, cominciando il Venerdì Santo, la Coroncina della Divina Misericordia dettata da Gesù a Santa Faustina il 13-14 settembre 1935 come preghiera per placare l’ira di Dio (Diario, p.327-329). A Suor Faustina Gesù parlò dell’istituzione di questa festa la prima volta nel 1931 quando le chiese di dipingere l’immagine di Lui risorto che le era apparso in visione “con una veste bianca, una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi l’uno rosso e l’altro pallido (…)”. Poi Gesù le disse “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te!” (Diario, p.74). Anche per coloro che venerano questa immagine Gesù ha fatto grandi promesse: la salvezza eterna, progressi nel cammino verso la perfezione cristiana, la grazia di una morte felice e le altre grazie se gli uomini le chiederanno con fiducia. Nel 1937 inoltre Gesù chiese a Suor Faustina di venerare l’ora della sua morte, l’ora della Misericordia. “Ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima” (Diario, p.820). La promessa di Gesù si riferisce anche alla diffusione del culto della Divina Misericordia: “Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro un giudice, ma Salvatore misericordioso” (Diario, p.604). L’essenza del culto della Divina Misericordia consiste dunque nell’atteggiamento di cristiana fiducia verso Dio e di attiva carità verso il prossimo. Gesù richiede fiducia dalle creature (cfr Diario, p.597) e opere di carità, con azioni, parole e preghiera.

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La missione di Suor Faustina trova una forte ispirazione nella Sacra Scrittura e si riflette nei documenti della Chiesa, soprattutto nell’enciclica “Dives in misericordia” di Giovanni Paolo II che è stato colui che già dal 1994 ha voluto fortemente la diffusione del culto della Divina Misericordia, stabilendo che la chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma ne promuovesse la spiritualità fino a consacrare alla Divina Misericordia, il 17 agosto 2002, l’intera umanità. Con le parole pronunciate dal Santo Padre Giovanni Paolo II in conclusione dell'omelia per la cononizzazione di suor Faustina il 30 aprile 2000 diciamo: "Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88 [89], 2). Alla voce di Maria Santissima, la «Madre della misericordia», alla voce di questa nuova Santa, che nella Gerusalemme celeste canta la misericordia insieme con tutti gli amici di Dio, uniamo anche noi, Chiesa pellegrinante, la nostra voce. E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della divina misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità. Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in Te!"

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