L’Italia

Un Paese che cresca in unità

Dopo giorni di scontri politici e troppe schede bianche il nostro Parlamento ha scelto di nuovo Sergio Mattarella

01 Febbraio 2022

Il 29 gennaio 2022 all’ottava votazione il nostro Parlamento, con 759 voti su 983 votanti, ha scelto di nuovo Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica, dopo giorni di scontri politici e tante, troppe, schede bianche.
Raggiunto al Quirinale dai Presidenti della Camera e del Senato per l’ufficiale comunicazione dell’esito del voto, Mattarella risposto: “Sono giorni difficili che impongono di non sottrarsi alle decisioni del Parlamento”, dimostrando tutta la responsabilità e il coraggio che ha sempre contraddistinto innanzitutto l’uomo Sergio Mattarella.
È l’art. 87 della Costituzione ad indicare il Presidente della Repubblica come il Capo dello Stato italiano che rappresenta l’unità nazionale, insomma l’organo costituzionale più alto: il Presidente della Repubblica si configura come un potere «neutro», ovvero posto al di fuori della tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo o giudiziario) e svolge una funzione di sorveglianza e coordinamento, secondo le norme stabilite dalla Costituzione italiana, di cui è garante.
La Costituzione stabilisce inoltre che può essere eletto Presidente chiunque, con cittadinanza italiana, che abbia compiuto i cinquanta anni di età e goda dei diritti civili e politici.
Il mandato dura sette anni a partire dalla data del giuramento e la sua totale indipendenza e terzietà è garantita anche da questa durata: la previsione di un settennato, infatti,  impedisce che un Presidente possa essere rieletto dalle stesse Camere, che hanno mandato quinquennale, svincolandolo così da eccessivi legami politici con l’organo che lo vota.
Inoltre, al fine di garantire la sua autonomia e libertà, è riconosciuta al Presidente della Repubblica la non-responsabilità per qualsiasi atto compiuto nell’esercizio delle sue funzioni. Le uniche eccezioni a questo principio si configurano nel caso che abbia commesso due reati esplicitamente stabiliti dalla Costituzione: l’alto tradimento e l’attentato alla Costituzione.
Anche le modalità delle votazioni permettono che la figura presidenziale sia svincolata dal potere politico: la previsione di una maggioranza qualificata per i primi tre scrutini e di una maggioranza assoluta per gli scrutini successivi serve ad evitare che la carica sia ostaggio della maggioranza politica, rimanendo del tutto indipendente dall’indirizzo di quest’ultima.
Molti, in questa occasione si sono domandati se era possibile per Mattarella svolgere un altro mandato. In effetti la Costituzione Italiana non prevede un limite al numero di mandati per quanto concerne la carica di Presidente della Repubblica… eppure prima di Mattarella solo Giorgio Napolitano (precedente Presidente) è rimasto in carica per quasi due mandati.
Rimane il fatto che, a prescindere dalla legge, essere chiamati a svolgere il secondo mandato da Presidente della Repubblica, dopo aver manifestato un iniziale e ragionevole dissenso alla candidatura, per poi accettare mostrando a tutti il senso della chiamata e della conseguente responsabilità, deve condurre ad una profonda riflessione ciascuno di noi, oltre che ad una reale gratitudine all’uomo Mattarella che ama davvero il suo Paese.
Nel discorso successivo al giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune, Sergio Mattarella ha affermato: “È per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi. Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione.Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica. Adempirò al mio dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, cui ho appena rinnovato il giuramento di fedeltà, e a cui ho cercato di attenermi in ogni momento nei sette anni trascorsi… La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione…”.
Non si tratta di una prova di coraggio, di mostrare i muscoli o di essere più bravo degli altri; Sergio Mattarella rivelando tutta la sua umanità e fragilità, ma anche il suo senso del dovere e della chiamata, ci ha insegnato che in questo momento storico di crisi e sofferenza, più di sempre, gli uomini hanno bisogno di “garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio”. Ha ribadito infatti con forza: “Queste attese sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà”.
Mattarella ci ha testimoniato cosa significa essere responsabili della nostra Repubblica, cosa significa lottare davvero per la dignità di ogni uomo. Non a caso nel suo discorso la parola più pronunciata è stata proprio “dignità”. E tutto questo aldilà di propri interessi di partito, di secondi fini politici, o addirittura del sacrosanto diritto al dovuto e meritato riposo, visto che ha ottant’anni e nella vita ha già dato molto all’Italia.
Nel suo discorso non ha mancato di salutare Papa Francesco, per il cui Magistero Mattarella ha sempre mostrato grande rispetto e gratitudine, anche a nome di tutto il popolo italiano.
Oggi Sergio Mattarella può dire fiero “Viva la Repubblica, viva l’Italia!”, per cui ha mostrato tutto il suo struggimento sincero, a dispetto delle insane logiche politiche.
Il suo mettersi a servizio incondizionato della Costituzione e dell’Italia sia un esempio per tutti noi, da chi è chiamato a fare politica a chi fa la casalinga, perché ognuno possa vivere la propria chiamata, e quindi la propria umanità, con la responsabilità dell’essere lealmente uomo fino in fondo, donando dignità alla propria vita e a quelle delle persone che incontra.

MESSAGGIO DI INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA

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