Nostra Signora du Laus

Il 4 maggio scorso nel Santuario di Notre-Dame du Laus a Gap et d’Embrun, nel cuore delle Alpi Marittime del Delfinato in Francia, alla presenza di seimila fedeli, il vescovo mons. Jean-Michel di Falco-Leandri e sette cardinali hanno dato l’annuncio del “placet” della Congregazione per la Dottrina della Fede del riconoscimento ufficiale delle apparizioni mariane avvenute in questo luogo tra il 1600 ed il 1700 ad una pastorella francese, Benoîte (Benedetta) Rencurel.

19 Giugno 2008
BenoiteIl 4 maggio scorso nel Santuario di Notre-Dame du Laus a Gap et d’Embrun, nel cuore delle Alpi Marittime del Delfinato in Francia, alla presenza di seimila fedeli, il vescovo mons. Jean-Michel di Falco-Leandri e sette cardinali hanno dato l’annuncio del “placet” della Congregazione per la Dottrina della Fede del riconoscimento ufficiale delle apparizioni mariane avvenute in questo luogo tra il 1600 ed il 1700 ad una pastorella francese, Benoîte (Benedetta) Rencurel. Laus è uno sperduto paesino di montagna distante solo poche decine di chilometri da Torino, ad oggi costituito dal Santuario delle apparizioni, da un hotel della Diocesi e da 10 case con 35 abitanti in tutto. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha dichiarato che qui, davvero, il 29 agosto 1664 e poi per altri 53 anni la Madonna è apparsa a Benoîte. La tv francese France 2 ha trasmesso in diretta la solenne liturgia della “Reconnaissance officielle des apparitions”. Suggestivo panorama del LausBenoîte era nata il 17 settembre 1647 a St. Etienne; rimasta precocemente orfana, andò a servire il gregge dai Jullien, una famiglia benestante del posto. Un giorno mentre pascolava il gregge sopra il villaggio di St. Etienne, in una località chiamata Vallon des Fours, ebbe la prima apparizione della Madonna, che teneva in braccio un bellissimo bambino. Poco dopo, e senza proferire una sola parola, la bella Signora scomparve. A quella apparizione presto se ne aggiungono delle altre, ma tutte silenziose. “Maria non parla, non dice nulla. Sembra quasi, la sua, una precisa «pedagogia», volta a educare, attraverso la strategia spirituale dei piccoli passi, una rozza e ignorante pastorella. Gradatamente, un po’ alla volta, la bella Signora prende confidenza con Benedetta e la coinvolge in domande e risposte, la guida, la conforta, la rassicura, le chiede di fare qualcosa per lei, l’aiuta a capire meglio gli altri e ad amare di più Dio. Pur esortata dalla bella Signora a farsi ancora più umile, la giovane veggente non può nascondere ancora per molto quanto le sta accadendo. Presto anche le autorità ne vengono coinvolte ed esigono delle spiegazioni. La Madonna, perché ormai è chiaro che è della Vergine Maria si tratta, al Vallon des Fours domanda una processione di tutto il popolo e al punto di arrivo rivela finalmente il suo nome: «Mi chiamo Maria! », per poi aggiungere: «Non riapparirò più per un certo tempo». Difatti, trascorrerà circa un mese perché riappaia nuovamente, questa volta al Pindreau. Ha un messaggio per Benedetta: «Figlia mia, salite la costa del Laus. Là troverete una cappella dove sentirete profumo di violetta» (Maria di Lorenzo). Benoîte fece quanto la Madonna le aveva detto e proprio tra i profumi di viola trovò una piccola cappella abbandonata dedicata a Notre Dame de la Bonne Rencontre (Nostra Signora del Buon Incontro) nel Laus. “Desidero far costruire qui una chiesa più grande in onore del mio adorato Figlio”, le annunciò lì Maria. “Esso sarà il luogo di conversione per numerosi peccatori. E sarà il luogo dove io vi apparirò molto spesso.” Da allora, infatti, pur tra mille difficoltà Notre Dame du Laus divenne la dimora di Benoîte e la meta di migliaia di pellegrini. Per 400 anni questo santuario è stato il luogo di processioni di fedeli, spesso poveri, malati, disperati. Molte sono state le guarigioni miracolose nel corpo ma soprattutto molte le conversioni. Il poeta e scrittore del Novecento Jean Guitton disse: “questo Santuario sulle Alpi è uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia dell’Europa” Benoîte non sapeva né leggere né scrivere, ma a lei la Madre di Dio affidò un messaggio all’umanità nel periodo in cui in Europa infuriavano le cosiddette guerre di religione: un invito alla conversione dei peccatori e a sperimentare nella Misericordia di Dio la riconciliazione. La vita di Benoîte dalle apparizioni in poi, fu inevitabilmente, splendidamente e completamente dedita al servizio di Cristo nella scelta del laicato consacrato che Benoîte riconobbe chiaramente come la vocazione a cui il Signore la chiamava per essere al Suo servizio e Sua testimone. Infatti entrata nel Terz'Ordine Domenicano Benoîte ha portato avanti fino alla fine la sua missione a servizio dei pellegrini del Santuario du Laus. Dunque non si fece suora, e a chi le domandava il perchè rispondeva che la Madre di Dio le aveva dato un compito preciso: “Che bisognava che ella vedesse i pellegrini, che parlasse loro quando glielo chiedevano, per dare loro i consigli necessari, come Dio l’ispirava. E questo – diceva lei – non avrebbe potuto fare in un monastero dove sarebbe stata troppo al chiuso…”. Nostra Signora du Laus Cinquantaquattro anni durarono le apparizioni: nei primi mesi esse si verificarono tutti i giorni, poi ebbero una cadenza pressoché mensile. Nel 1672 Benoîte andò ad abitare definitivamente a Laus, in una modestissima casetta tuttora esistente. “Una casupola nella quale la veggente, istruita da Maria alle verità della fede, trascorreva ore e ore assorta in preghiera, alternando momenti di pace ad altri di lotta furibonda col maligno, da cui nel corso della vita dovette subire parecchie vessazioni. Le sue assidue preghiere, le austere prove spirituali, le penitenze corporali a cui ella stessa si sottopone, l’austerità della sua vita tutta raccolta in Dio affinano notevolmente il suo spirito e la rendono idonea ad accogliere le molte migliaia di pellegrini che cominciano ad accorrere al Laus” (Maria di Lorenzo). Dal 1673 riceve il dono delle stimmate dopo aver avuto la visione di Cristo sofferente sulla Croce. A causa della invasione della regione francese del duca di Savoia è costretta nel 1692 a lasciare Laus verso Marsiglia. Vi farà ritorno qualche tempo dopo trovando tutto distrutto. Dovette inoltre subire anche diverse persecuzioni. Morì il 28 dicembre 1718 dopo mesi di sofferta malattia, all’ età di 71 anni. Viene dichiarata Venerabile Serva di Dio nel 1871 da Pio IX . Le ApparizioniIl riconoscimento da parte della Chiesa di queste apparizioni apparentemente tardivo, in contemporanea con il 150° anniversario di quelle di Lourdes, è una Grazia in più per tutta l’umanità. Le apparizioni della Madonna a Benoîte vengono accostate per varie similitudini a quelle avvenute alla ormai nota località francese di Lourdes alla piccola Bernardette. Anche a Laus la Madonna appare ad una pastorella, una poco più che bambina semplice, umile, rozza e analfabeta, come a richiamare la posizione e la disposizione del cuore dell’uomo in ogni istante necessarie per accogliere il Mistero e la sua costante e viva Iniziativa. “Non c’è altra posizione se non quella dei piccoli e degli umili: l’unica adeguata alla originale natura dell’uomo – che è quella di essere creato, dato, fatto – e che permette l’apertura, il riconoscimento, e l’influsso di Chi ha creato, dato, fatto. Che apre allo sguardo di meraviglia e di stupore sulla vita e sulla realtà come quello che vediamo stampato nei nostri bambini: che sa accoglierle innanzitutto come dono e nella loro continua pro-vocazione al Mistero. «Se non diventerete come bambini» è qualcosa che richiama e riguarda la nostra attuale posizione. «Non entrerete nel regno dei cieli» significa che non entreremo nella chiarezza, nella profondità e nello splendore della vita, della realtà delle cose, innanzitutto adesso, come preludio della vita eterna, del regno di Dio attuato definitivamente. «Se non diventerete come bambini» è la posizione uomini e in cui solo è possibile la comprensione della vita e della realtà. È proprio la disposizione adeguata della possibilità di riconoscere ed accogliere il suo Essere e la sua viva iniziativa in noi e nella realtà tutta. (…) Non c’è uomo più grande, a qualsiasi livello, di questo uomo piccolo, umile e semplice; tutto aperto, spalancato nel cuore e negli occhi, come un bambino, alla verità di tutto. Affamato di bellezza, sempre pieno di meraviglia e stupore, aperto a qualsiasi indicazione e segno. Spalancato al suo connaturato bisogno, al suo desiderio di questo Altro a cui appartiene, e cosciente della sua fragilità e del suo limite” (Nicolino Pompei – da Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna). Benoîte come Bernardette era una pastorella rozza, era ignorante e analfabeta. Entrambe non furono immediatamente credute, vennero osteggiate… una pastorella ignorante non poteva essere investita di un tale privilegio, non era troppo credibile! Ancora a richiamarci che la Misericordia di Dio si serve di chi non splende di luce propria. Dio dimostra la sua Presenza e Meraviglia attraverso un’umanità che sarebbe impossibile riconoscere portatrice di valori propri. Si serve di chi, come un bambino, tanto più ignorante e analfabeta, è come se non avesse un diritto di parola, un valore a livello intellettuale ma solo a livello affettivo. Quello che dice non è considerabile... “Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (I Cor 27-30). Come riportato appunto proprio davanti alla tomba di S.Bernardette. Ma che significato ha, oggi per la Chiesa, riconoscere ufficialmente apparizioni che risalgono a quasi quattro secoli fa? È la domanda da cui prende le mosse il vescovo di Gap-Embrun nella lettera indirizzata alla diocesi in occasione di questo evento. “«Le apparizioni – spiega monsignor Di Falco Leandri – avvengono perché Cristo, Maria e i santi sono vivi, perché la comunione dei santi non è una parola vuota, perché il Cielo si interessa della Terra. Ma le apparizioni non sono fotografie del Cielo; noi continuiamo infatti a camminare nella fede, senza vedere Dio faccia a faccia». Quando dunque la Chiesa – dopo aver indagato con criteri umani – dichiara credibile uno di questi fenomeni «offre un aiuto alla fede» (…). Quando – come nel caso di Laus – si pronuncia ufficialmente, riconosce per tutti l’importanza dell’invito «a riavvicinarsi a Cristo, a riscoprire il Vangelo e i sacramenti; l’invito a riconciliarsi con se stessi, con gli altri e con Dio» contenuto nel messaggio di queste apparizioni” (Avvenire del 04 maggio 2008). Allora Laus come Lourdes è uno straordinario avvenimento, un ulteriore e gratuito, immeritato dono che richiama la nostra vita e la vita di ciascun uomo, dell’umanità intera, a riconoscere e aderire all’Avvenimento di cui la vita ha realmente, costantemente, necessariamente bisogno perché sia veramente vita: l’Avvenimento di Cristo tra noi. La Madonna, apparendo, ci indica suo Figlio Gesù, ci invita alla conversione continua del cuore a Lui. A Laus Maria mostra suo Figlio addirittura tenendolo in braccio bambino nella sua prima apparizione a Benoîte. “«Mostraci Gesù!». Con questa domanda alla Madre del Signore, che il Santo Padre ci ha suggerito, proprio poche settimane fa un gruppo del nostro Movimento, segno di tutta la Compagnia, si è messo in cammino, in pellegrinaggio verso il Santuario di Lourdes. Lourdes come Laus sono due lembi di terra, umili e solenni, in cui l’Amore di Dio ha continuato nella storia e continua oggi a mostrarsi in tutto il suo essere Misericordia attraverso segni straordinari mediante i quali continuare ad attrarre a Sé il cuore della sua creatura e salvarla, sempre e per sempre! E il nostro partire, come quello di migliaia e migliaia di persone, e l’andare in pellegrinaggio è significativo del fatto che il nostro cuore è continua domanda, continuo bisogno di certezza, di senso, di amore, di eterno, e che evidentemente non ne siamo e non possiamo esserne la risposta. E quello che si può imparare da Lourdes, quanto da Laus, da un pellegrinaggio in un luogo privilegiato come questo, dall’apparizione straordinaria di Maria, Madre di Dio, dalla vita e dalla testimonianza di Bernardette quanto di Benoîte è qualcosa che ha a che fare con ogni momento, con ogni istante, anche il più banale e meno evidente. Il sostentamento che ne riceviamo è a vantaggio di tutta la vita, è a vantaggio della forza, del senso, della realizzazione della vita stessa in tutti i suoi istanti.L’Apparizione della Vergine a Benedetta in un dipinto dell’epoca Oggi allora possiamo dire che attraverso la vita e la storia di Benoîte, attraverso questo inaspettato e forse non troppo noto riconoscimento ufficiale riceviamo un ulteriore e gratuito dono e segno, aiuto e testimonianza, sostegno e intercessione, nel cammino della vita verso il destino ultimo della vita eterna.
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