Pink

Uno dei nostri primi carissimi amici

Pink era un amico di Nicolino. Sarebbe dovuto venire a trovarci al camposcuola a Smerillo nel 1990 e invece...

07 Agosto 2020

A trent’anni dalla morte di Paolo Palombi, detto Pink, la nostra gratitudine al Signore per il dono di questo amico di Nicolino, che ha condiviso i primissimi tratti del nostro cammino e ci ha accompagnato con le sue vignette umoristiche che ancora oggi fanno riflettere.

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Pink era un amico di Nicolino. Sarebbe dovuto venire a trovarci al camposcuola a Smerillo nel 1990 e invece, proprio durante quella settimana, il 7 agosto (era un martedì), morì. Annegò in mare a Porto Recanati, mentre faceva il bagno vicino alla riva, probabilmente per un malore. Quel pomeriggio ci radunammo tutti in salone perché Nicolino voleva parlarci; ci disse piangendo ciò che era accaduto e che doveva partire subito per andare da quest’amico. La sera, quando tornò, sorprendentemente vivemmo un momento di festa bellissimo. Ricordo ancora i canti e le risate che riempivano quello stesso salone dove poche ora prima, in assoluto silenzio, avevamo visto Nicolino piangere. Io non ero mai stata così felice, non avevo mai visto e vissuto la contemporaneità del dolore per la morte di un amico e la gioia, la letizia, la festa. Non sapevo che potessero essere contemporanei. Non avevo mai visto prima tanta intensità di umano. Mi colpì tantissimo. E anche se ancora non capivo fino in fondo, era un’esperienza che volevo per me e che non volevo assolutamente perdere. Nicolino ci propose di andare tutti al funerale di Pink che ci sarebbe stato due giorni dopo. Con i più grandi presenti organizzò due pullman per portarci tutti. Anche questa cosa mi colpì tantissimo. Perché Nicolino desiderava condividere con tutti noi il funerale di un suo amico? In fondo poteva benissimo andarci solo con qualcuno. Perché organizzare addirittura due pullman per spostare oltre cento ragazzi giovanissimi (avevamo dai sedici ai ventitre anni al massimo. Nicolino stesso ne aveva appena ventisei). Perché? E perché noi, senza la benché minima esitazione, come fossimo un unico corpo, eravamo contenti di andarci? Che senso ha andare al funerale di uno che nemmeno conosci e per di più durante una settimana di vacanza? E mi colpiva anche la potenza che vedevo nell’organizzazione, l' immediatezza con cui trovarono quei pullman. Tutto questo sembrava parte della vacanza, non contrastava, anzi confermava e chiariva, quella gioia che ci stava investendo in quella settimana. Era qualcosa di nuovo per me. Intuivo che quell’intelligenza, quell’intraprendenza, quell’entusiasmo scaturivano dalla fede. Stava cominciando a svelarsi per me quel legame di affezione che solo Cristo può generare e quell’attrattiva per un’esperienza umana, per una vita impareggiabile che ti fa vedere la perla preziosa per cui vale la pena lasciare tutto il resto. Andammo a Montalto, il paese di Pink. Ricordo che animammo noi i canti della Messa e fu bellissimo. Era la prima volta che io partecipavo ad un funerale che sembrava una festa. Anche al cimitero cantammo, mentre la salma di Pink veniva tumulata. Non mi capacitavo di come tutto ciò fosse possibile e mi ritrovavo il desiderio irrinunciabile di andare a fondo a quell’esperienza che mi stava accadendo. Per me, come per tutto il gruppetto venuto da Varano, quello era il primo camposcuola. Conoscevamo Nicolino già da un anno, ma era la prima volta che vivevamo con lui e col Movimento l’esperienza di una vacanza. Io volevo capire come fosse possibile tutta quella bellezza e volevo per me che restasse per sempre. Cominciavo a comprendere sempre di più che era un legame straordinario quello che ci ritrovavamo con Nicolino tanto da sentire un suo amico come mio. La morte di Pink, così improvvisa ed inaspettata, ha contribuito a far crescere in me, in noi il desiderio di radicarci sempre di più nel cammino che avevamo poco più che iniziato. Ed è bellissimo che anche all’origine della nascita della Compagnia di Ancona ci sia stato silenziosamente Pink. Fu lui infatti ad accompagnare Nicolino da Loreto a Posatora (un quartiere di Ancona) dove era stato invitato a tenere un incontro e dove per la prima volta andarono alcuni nostri amici di Varano che lì lo conobbero per poi chiamarlo nel nostro paese a parlare ai giovani. E Pink, quella sera di marzo 1989, aveva accompagnato Nicolino, trovandosi entrambi a Loreto (lui perché lavorava in una tipografia e Nicolino perché frequentava le lezioni all’istituto di Scienze Religiose). Io non lo avevo mai visto, come moltissimi di noi.

Nicolino e Paolo

Tutti però lo conoscevamo attraverso le sue vignette che trovavamo nella rivista “Giovani Comunità 2000” a cui Nicolino collaborava e che spesso riprendeva anche nei suoi incontri con noi. Anche nel nostro primo volantino ce n’era una così come in altri successivi. Al nostro X Convegno, nel 2000, presentammo una mostra sulle vignette di Pink esponendone anche alcune inedite messeci a disposizione dai suoi carissimi genitori. Il trentesimo anniversario della sua morte è per tutti noi un’occasione di commossa memoria e profonda gratitudine. Carissimo Pink, continuando a pregare per te, ti chiediamo di ricordarti, davanti al Padre, di tutti noi e del tuo caro amico Nicolino. Prega per lui e per il nostro cammino che hai amato e sostenuto sin dai nostri primi passi.

La testimonianza di Nicolino in una pubblicazione su Pink realizzata dalla famiglia poco dopo la morte

Alcune vignette di Pink

Che il quotidiano diventi eroico e l'eroico diventi quotidiano
(da Nel frammento numero 4/2004)  

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