QUELLO CHE ABBIAMO DI PIÙ CARO

Il sorprendente metodo di Dio

Dall'approfondimento "Egli è la Pietra che, scartata da voi, i costruttori è diventata testata d'angolo. E non c'è in nessun altro la salvezza"

Che cosa significa che il Mistero si è fatto carne, che Dio si è fatto carne, che si rivela ed entra come Uomo nella storia? Significa che il Mistero risponde in maniera inconcepibile ed inaudita al nostro assoluto, ma allo stesso tempo impossibile desiderio di conoscerlo. Questa inconcepibile risposta trova senz’altro il suo preludio nell’avvenimento altrettanto sconvolgente della sua rivelazione ad un popolo di schiavi e pastori che viene eletto ad essere la sua “parola” e la sua “voce” nella storia. Un popolo di schiavi e pastori che Lui stesso definisce prediletto. Ma l’azione culminante di questa sua iniziativa è il sorprendente metodo con cui decide di rispondere definitivamente all’uomo e di ammetterlo al definitivo rapporto con Lui. Lo sconvolgente metodo con cui decide di rendere possibilità concreta e feriale il vivere la risposta - che solo Lui è - all’innato desiderio dell’uomo, al suo originale e imprescindibile anelito del cuore. Il sorprendente metodo con cui decide di salvare ogni uomo: facendosi Uomo. “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni - è magnifica questa espressione, come a dire: adesso, nel mio tempo di adesso – ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo“ (Eb 1,1-2). “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna…“ (Gal 4,4). Il Mistero nasce, il Mistero nasce da una donna come Uomo: è quell’Uomo di nome Gesù. Per farsi conoscere si fa Uomo e si fa “Oggetto” di rapporto umano. Per renderci possibile il rapporto con la sua natura di Mistero, per renderlo possibile come rapporto nell’attimo, si fa Compagnia di Uomo all’uomo nell’attimo: Gesù di Nazaret. Lui è il metodo che Dio, il Mistero, il Totalmente Altro ha scelto per il compimento della sua rivelazione nella storia e per la salvezza definitiva dell’uomo. La sua rivelazione non elimina né svuota la sua natura di Mistero, ce la rende possibile come riconoscimento e rapporto nella storia facendosi Uomo. Dio si rivela nella storia come Uomo perché possiamo riconoscere e conoscere sempre più il Mistero come Mistero. E quella Presenza di nome Gesù diventa l’unica possibilità di vero rapporto con Dio, di vero e contemporaneo rapporto con l’Origine, la Consistenza e il Destino di tutto. Solo nell’incontro e nel rapporto con quella Presenza ci si salva, si chiarisce la vita nella sua pienezza, si rivela pienamente “l’Oggetto”vero del desiderio dentro ogni desiderio, emerge interamente e compiutamente l’io di ciascuno. Si chiarisce lo Scopo e il Costituente unitivo di ogni momento e fattore della realtà. Se il Mistero entra nella storia come Uomo, solo stando attaccati a quella Presenza attraverso cui entra nella storia la vita si ritrova, trova e riconosce quel “Tu” che è al fondo di ogni cosa e rapporto,quel “Tu” che è la consistenza di tutto, quel “Tu” che il Salmo 138 ci fa invocare così: “Signore, Tu mi scruti e mi conosci, Tu sai quando seggo e quando mi alzo... mi scruti quando cammino e quando riposo... sei Tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre... non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto... ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno“. Trova e riconosce quelle mani da cui tutto scaturisce,“ogni” è originato, e in cui solo è possibile la pienezza di quel Bene,di quella Pace, di quella Bellezza e quell’Amore che formano drammaticamente l’Oggetto del nostro desiderio, della ricerca e dell’anelito dell’uomo dentro ogni momento. Che la vita e la realtà dipendano da Altro da noi - ci siamo sempre richiamati - ce lo dice l’evidenza. Sempre che la ragione sia riconosciuta e lasciata agire secondo la sua dinamica naturale e lo sguardo non sia imprigionato e soffocato da una serie di ostinati pregiudizi, che non fanno mai guardare veramente al fondo e alla totalità della realtà, alla vita e alla realtà come segno e continua provocazione di Altro. Ma il fatto di affermare che il Mistero si coinvolge nella storia, cioè non rimanga solo il fattore originante ma si coinvolga con ciò e in ciò che ha creato, facendosi Uomo nella storia, questo non è proprio concepibile. Pur essendo la continua e assoluta nostalgia di ogni esistenza, Dio è inconcepibile da noi se non a prezzo di tragiche interpretazioni e riduzioni.

La nostra miseria non può che affibbiargli delle immagini ridottissime e fallaci, dettate dalla nostra arrogante e presuntuosa misura o da volubili emozioni e stati d’animo. Per questo è il Mistero stesso che entra nella nostra miseria, nel nostro tempo così gravato e paralizzato da miseria, meschinità ed errori, dalla cattiveria e dal male, da soprusi e violenze, dalla menzogna... Nasce come Uomo da una donna e permane nella storia proprio come Presenza in una modalità altrettanto inconcepibile e scandalosa: nella carne eletta di uomini chiamati a renderlo presente nella vita degli uomini di ogni tempo. Lo scandalo non è solo il fatto che Dio diventi Uomo ma che si renda presente, incontrabile e udibile nella elezione di alcuni uomini, nella Compagnia - fatta da questi uomini – che viene costituita come la continua e onnipresente sua presenza nella storia, nell’hic et nunc di ogni uomo. Nella Compagnia della Santa Chiesa ogni uomo è continuamente chiamato ad incontrarlo, riconoscerlo, seguirlo, amarlo… È una cosa inconcepibile e soprattutto scandalosa. Eppure profondamente ragionevole. Ragionevole perché è Dio che stabilisce la modalità della sua rivelazione. Non è ragionevole ed è contrario alla dinamica della ragione che sia l’uomo a stabilire quale debba essere la modalità di questa rivelazione. Se siamo attesa e desiderio non possiamo essere risposta. La risposta è Totalmente Altro da noi. E se siamo attesa del Totalmente Altro da noi, questo non può essere determinato da noi ma solo indicato e affermato appunto come Mistero. Occorre che sia Lui a rivelarsi. E il modo stesso di questa rivelazione è stabilito solo da Dio stesso. Non solo non è concepibile ma è contro la natura della ragione che possiamo essere noi ad immaginare, a pretendere di determinare quale sia la modalità. Di questa modalità possiamo solo dire che deve essere riconoscibile dame e da te, cioè deve accadere in un modo che io la possa riconoscere adesso come in ogni adesso di ogni uomo. Dio, il Mistero, si è incarnato diventando rapporto storico. Si colloca dentro la storia nella Presenza storica di nome Gesù. Dio si rivela in Gesù e in Lui redime e salva l’uomo. E continua ad investire e a penetrare il tempo degli uomini attraverso una Compagnia storica,un Corpo storico eletto ad essere la sua Presenza nell’adesso di ogni uomo. “Non voi avete eletto me, ma io ho eletto voi, e vi ho chiamati perché andiate e portiate il frutto e il frutto rimanga“ (Gv 15,16).“Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da Lui...“ (1Ts 1,4). Questo è lo scandalo, non solo per i farisei del tempo di Gesù,ma anche per i farisei del nostro tempo e di fatto molte volte anche per noi. (Scandalo, nella sua origine, è una parola greca che significa insidia, inciampo;come una pietra su una strada in cui si può inciampare). Dio si è fatto carne e non solo venne ad abitare in mezzo a noi ma abita in mezzo a noi. Dio non è un’idea o un’astrazione, il risultato di una riflessione spontanea e interiore ma è proprio una Presenza di carne adesso.

Dio si rivela nella carne di Cristo ed è solo nella carne di qualcuno chiamato, investito e segnato dalla sua Presenza che lo si può riconoscere e seguire. Quella “pietra” scartata,sbeffeggiata, insultata, respinta, fatta fuori è la “pietra” in cui il Mistero si rivela e attraverso cui salva l’uomo. E in nessun altro c’è redenzione… È uno scandalo, una pietra d’inciampo, un’insidia per chi è tutto abbarbicato, murato e serrato in una propria idea della vita, in un preconcetto ostinato e irrazionale che non ha nessuna fessura di apertura ad altro da sé, ad altro da quello che ha già arrogantemente auto stabilito. È scandalo perché non coincide con il perimetro e il parametro del proprio pensiero o con quello che si è già prestabilito. Scandalo per chi - come afferma Dante nel XIX Canto del Paradiso- “vuo’ sedere a scranna,/ per giudicar di lungi mille miglia/ con la veduta corta d’una spanna”.

Nicolino Pompei

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