Quello che abbiamo di più caro
Questo primo tratto del nostro percorso possiamo esemplificarlo con le struggenti parole del Miguel Mañara di Milosz: “Ho trascinato l’amore nel piacere, e nel fango, e nella morte… Mangio l’erba amara dello scoglio della noia. Ho servito Venere con rabbia, poi con malizia e disgusto… Certo, nella mia giovinezza, ho cercato anch’io, proprio come voi, la miserevole gioia, l’inquieta straniera (...)
Attraverseremo ora l’episodio dell’apparizione di Gesù risorto a Maria Maddalena, colei che viene scelta, insieme ad altre donne, per essere la prima testimone della risurrezione di Cristo. Scelgo di soffermarmi sul brano del Vangelo di Giovanni, in cui viene maggiorente messa a fuoco la figura di Maria Maddalena dopo la tragedia della morte di Gesù e, successivamente, nell’incontro con Gesù (...)
Cosa è capitato, cosa è accaduto? Duemila anni fa in un piccolo paese, ai confini della Palestina, nella Galilea dei gentili, in un piccolo paese chiamato Nazareth, questa promessa del cuore, la felicità che il cuore attende, questa bellezza che il cuore domanda e attende incessantemente, è diventata Carne. Il Santo inaccessibile, che ci ha creato con questo cuore, è (...)
Ritengo molto utile, in questo momento, incontrare la figura del giovane ricco. Anche lui evidentemente è stato colpito e attratto dalla persona di Gesù. Per questo un giorno decide di andare a cercarlo per parlare con Lui. Questo giovane, nonostante sia un devoto osservante di tutti i comandamenti di Dio, sente dentro di sé, nel suo cuore una profonda mancanza. (...)
L’unica “cosa” di cui c’è bisogno è la presenza di Gesù e quindi è lasciar prevalere la presenza di Gesù, è lasciarsi attrarre dalla sua presenza con questa incessante domanda del cuore: “Attirami e basta”. Tutto quello che c’è da fare, da vivere, da favorire, da seguire, da domandare è la presenza di Gesù, della Felicità in persona; è lasciar (...)