Quello che abbiamo di più caro
«Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale vedutolo gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: “La mia bambina è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva”. (...)
Alla presenza di Gesù presente, risorto e vivo, alla Felicità che si è fatta vicina, si è fatta carne, si è fatta presenza, si è fatta compagnia di uomo all’uomo, alla Felicità in persona non possiamo che dire: “Vieni!”. Tutto quello che siamo chiamati a vivere, tutto il dinamismo delle nostre giornate, tutto il valore e il sostegno del nostro (...)
Permettetemi, in questo momento, di leggere alcuni versi di Leopardi, tratti dal Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. Quante volte mi sono ritrovato a pensare ai pastori di Betlemme, ad immedesimarmi con quei pastori, nella notte prima dell’annuncio dell’Angelo, prima di correre ad andare a vedere quel Bambino, il volto di quel Bambino, il volto della Felicità fatta carne… (...)
Se c’è un momento che fa a pezzi tutte le immagini, le congetture, le riduzioni, il moralismo con cui possiamo pensare e vivere la fede – e anche tutta la nostra astratta, artificiosa e cervellotica comunicazione rispetto ad essa – è proprio quello che andiamo ad incontrare in questo episodio. Siamo all’apice della tragedia della passione di Gesù, quando Gesù (...)
“Tutti noi ci lamentiamo che ci manca la grazia; ma sarebbe forse più giusto che la grazia si lamenti che noi le manchiamo”. Attraverso queste pro-vocanti parole di san Bernardo, desidero innanzitutto riaffermare la grazia del gesto che stiamo iniziando, l’infinita gratuità dell’amore di Dio che ancora una volta, attraverso un gesto così, continua a prendere l’iniziativa verso ciascuno di (...)